giovedì 4 luglio 2024

Medaglia per Giacomo Fiocco, chimico dei violini ( da La Provincia di Cremona, di Nicola Arrigoni)

 


 La passione per la chimica, coniugata a quella per i beni culturali, per Giacomo Fiocco si è concretizzata in un percorso formativo che l’ha portato 

al Laboratorio Arvedi di Diagnostica non invasiva dell’Università di Pavia, all’interno del Museo del Violino. Il laboratorio è diretto da Marco Malagodi ed è un unicum

 per quanto riguarda lo studio degli strumenti ad arco dal punto di vista dei materiali 

e della loro influenza sulla costruzione di quei capolavori assoluti che sono i violini 

di Amati, Guarneri del Gesù e Stradivari.

A Fiocco, oggi coordinatore dello staff del Laboratorio Arvedi, è stata conferita dalla Divisione Ambiente e Beni Culturali della Società Chimica Italiana (SCI) la Medaglia Raffaella Rossi Manaresi. La motivazione: «Per la sua intensa 

attività nell’ambito della diagnostica per i beni culturali e, in particolare, per 

l’importante contributo garantito alla caratterizzazione e alla conservazione di 

beni musicali di notevole pregio».
Il riconoscimento, riservato ai ricercatori under 40, è una conferma della 

qualità delle azioni di studio e ricerca messe in atto dal laboratorio.

«Mi sono laureato a Torino in Scienze e tecnologie per i beni culturali ed entrare

 nel laboratorio Arvedi è stato importante, il coronamento di una passione professionale che mi caratterizza da sempre — spiega il ricercatore 37enne —. 

In questi anni abbiamo avuto modo di lavorare e analizzare i grandi capolavori 

della liuteria classica cremonese, analizzando vernici, colle e la loro 

composizione. In questo modo abbiamo potuto conoscere non solo le caratteristiche

 chimiche e fisiche degli strumenti, ma anche raccogliere una serie di informazioni finalizzate a comprendere la prassi costruttiva della scuola cremonese classica».
Dai materiali all’azione, un tutt’uno che permette — tassello dopo tassello — di 

individuare i segreti costruttivi dei grandi maestri.

«L’aspetto interessante è che l’azione di diagnostica dei materiali sui grandi 

capolavori della liuteria cremonese oggi è applicata anche a strumenti decisamente

 più recenti — continua Fiocco —. In questo modo, potremo tracciare una sorta di diagnostica lungo i secoli, ricostruendo come mutano i materiali e quali sono le 

novità costruttive che si innescano sul grande albero della tradizione classica

 della liuteria cremonese».

E la passione con cui Fiocco parla di analisi delle vernici e delle colle, piuttosto 

che di spettrografie di tavole e fondi, danno ragione del prestigioso

 riconoscimento...

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