Da tempo si ascoltano, a seguito di qualche iscrizione nel registro degli indagati di varie procure italiane, i politici affermare, anche senza troppa convinzione: ' lasciamo i magistrati lavorare in pace; le indagini le devono fare i magistrati, spetta a loro emettere sentenze'. Mentre i politici possono lanciare allarmi, segnalare possibili irregolarità ai magistrati perché indaghino a fondo.
E' accaduto invece, al Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, di prendere la parola e sostituirsi nel loro ruolo ai politici, quando ha segnalato possibili irregolarità, ipotesi di traffici che accomunerebbero le ong e gli scafisti, senza averne ancora le prove, anzi ad inizio indagini, causa sospetti. Mentre i politici, a ruoli invertiti, hanno emesso le sentenze, al posto del procuratore di Catania che forse non si è reso ancora conto del suo 'fuorigioco' e neppure dei guai che ha combinato.
Politici a frotte, dai pentastellati ( Di Maio sempre più in frenetica attività divinatoria), ai leghisti ( Salvini ci è andato a nozze, ma non alle sue!), cui si sono uniti i giornali, alcuni dei quali prima hanno detto di andarci cauti poi invece che i sospetti su alcune ong sarebbero fondati e dunque il procuratore indaghi; ed anche alcuni membri del governo: Alfano difende il procuratore, siciliano come lui, mentre Orlando gli avrebbe consigliato di essere più cauto e di provvedere, prima di parlare, a fare e concludere le necessarie indagini.
Tutti contro tutti. Ad oggi il problema esiste, o c'è solo il sospetto, seppure fondato, che possa esistere? Questo il Procuratore non lo sa ancora.
Ecco perchè, quale che sarà la conclusione, il procuratore di Catania avrebbe fatto bene a tacere, a condurre le indagini nella segretezza richiesta, e, solo ad indagini concluse, a parlare. Mentre invece, parlando come ha fatto, ad indagini appena avviate a seguito di sospetti, sembra voglia mettere in guardia i responsabili delle ong ed avvertirli che si sta indagando su di loro. Un soffiata a favore di amici? Il solo sospetto sarebbe gravissimo ed infamante.
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