Ogni giorno (o quasi) dobbiamo leggere della giovane, anni 30, pianista cinese, Yuja Wang, uscita dallo stesso vivaio di Lang Lang, che fa scandalo (figuriamoci!) con le sue mise provocatorie - gonne e mini vestiti altezza inguine, spacchi vertiginosi, scollature, avanti e dietro, belle generose, tacchi a spillo (altro che '12') - che più che provocatorie, sono mise da ragazza, manco tanto chic, che ha scoperto la trasgressione. Se si gira a Piazza di Spagna nel fine settimana se ne vedono a frotte di Yuja Wang. Ce l'hanno scritto in fronte che scendono in centro dalla periferia o arrivano dalla provincia. Chi si meraviglia più? Giusto così. I giornali non si interessano a loro; perchè non serve e comunque sarebbe minestra riscaldata, se una di quelle ragazze non fosse di una formidabile pianista, come tutti dicono.
E allora perché ogni giorno dobbiamo leggere, prima ancora di sapere quanto sia brava, che sarebbe l'unica ragione per far scrivere i giornali, che la tale o talaltra musicista, strumentista, cantante, ed ora si sono messe anche le direttrici d'orchestra, per le quali il bluff è sempre in agguato, sono sexy? Sul fatto che siano belle possiamo convenire, ma con cautela, sul sexy o provocanti meno. Ma non ci va giù il fatto che essendo giovani belle e sexy, debbano essere necessariamente anche brave.
A proposito delle sexy o provocanti, anche senza essere belle secondo i canoni stile 'barby', ed anche brave, a chi va cantando la femminilità sbattuta in faccia in tutti i modi dal palcoscenico, vorremmo proporre un modello inimitabile: Martha Argerich, che, guarda caso, lei sì, era sexy, oltremodo sexy, niente della pupattola, ma anche brava, bravissima, anzi geniale.
Sta qui il problema. Non è detto - come si vuole dare ad intendere - che madre natura ogni volta che fa nascere una bella figliuola la doti anche di bravura nel proprio campo professionale. Un tempo si diceva di tutte le belle che erano sceme. Oggi di tutte le belle ( e sexy e provocanti) musiciste si tende ad affermare che sono anche brave. Quando mai? E chi decreta della loro bravura? Quasi sempre un cronista qualsiasi a digiuno di musica. Perchè di musica pare che tutti siano autorizzati a parlare, anche senza capirci un tubo.
Lo ha fatto, ieri, su 'D LUI' di Repubblica - una busta della spesa piena zeppa di pubblicità - Guido Andruetto, con un pezzo intitolato: 'Opera sexy': nei teatri, sulle copertine dei dischi, nei social: le star della classica sono sempre più sensuali', con l'avallo, quello sì meditato, del regista Michieletto sul mondo del melodramma che conosce bene: ' nella lirica le donne sono superlative: femmine violentissime o fragilissime'. E non potrebbe essere altrimenti.
Ci siamo presi la briga, dopo aver letto quell'inutile pezzo stantio, perchè visto e rivisto, letto e riletto, ormai decine e decine di volte su ogni giornale ( e non parliamo di tv, dove la bellezza è d'obbligo, altrimenti anche se sei brava nessuno ti si fila!) di andare a vedere le foto di tutte le musiciste elencate; fra le quali, le sexy sono una minima parte, sono più quelle belle, belle ragazze anche perché giovani ma niente di più, ma dove le brave sono ancora meno.
Ci è bastato leggere due o tre nomi di bellezze italiche, che conosciamo bene, per convincerci che sebbene 'bella' - il cronista non si ferma alla bellezza e punta al sexy - non faccia sempre rima con 'scema' (come si pensava un tempo, volendosi vendicare con la natura generosa verso alcune e avara con la maggioranza!), non è detto che debba farla, la rima, con 'brava', sempre.
Come dimostrano alcuni esempi da lui citati che brave non sono affatto, magari belle e giovani sì, forse anche un pò sexy, per le quali ci viene il dubbio che la carriera, piccola e circoscritta (a dispetto di quello che pensa, senza capirci nulla, il nostro cronista) se la facciano mettendo sul piatto altre carte, neppure tanto segrete.
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