La celebre battuta di Petrolini che rappresentando l'incendio di Roma, mostra Tigellino che riferisce a Nerone che tutto quel frastuono sotto il suo palazzo - a morte l'incendiario, gridavano i romani! - era perché i romani 'litigheno' e non perchè Roma stava andando a fuoco, non la riascolteremo nel prossimo musical che si sta già allestendo sul Palatino, a firma Migliacci, cinto di un gruppetto di nobel dello spettacolo, che andrà in scena da giugno a settembre e che ha già ricevuto l'ok del Ministero, tanto che si sta montando palco e platea (500 posti) e presto anche le gradinate che porteranno la capienza complessiva a 3000 posti. Sul Palatino si giocherà su luci costumi e musiche; attendersi l'acume e l'ironia di Petrolini è speranza vana. Il ministero ha già ricevuto 250.000 Euro per l'uso del sito ma che potrebbe raddoppiare con il 3% sugli introiti dei biglietti venduti. Franceschini assicura che quei soldi serviranno alla manutenzione del Palatino, dove sorgeva la dimora dell'imperatore incendiario.
E proprio sulla questione 'Nerone sì Nerone no sul Palatino' s'è incendiato il dibattito, per ora solo quello, nella speranza che presto qualcuno getti acqua sul fuoco anche del semplice dibattito.
Mentre scriviamo ci viene in mente che già anni fa si parlò di un musical di analogo argomento; l'avrebbe dovuto produrre l'ex sovrintendente del Petruzzelli, Pinto - se la memoria non ci tradisce. Ma poi il progetto, viste le ben note sorti del Petruzzelli, fu scaramanticamente abbandonato.
C'è chi dice che un luogo conosciuto in tutto il mondo, all'ombra del Colosseo, sacro alla memoria della civiltà romana, non può essere profanato con un musical. E noi in linea di principio, potremmo sposare un simile parere, se facciamo leva sul ricordo di due estati fa quando sempre al Foro si ospitò un concerto OSCENO promosso e finanziato da un ricchissimo malese, il pirata, per fa sfilare, in passerella, sua moglie, di professione cantante. Con la complicità del Ministero, del Vaticano e dell'Opera di Roma.
E saremmo ancora di più in accordo con tale parere se pensiamo che Villa Adriana a Tivoli per anni è stata concesso ad un soggetto che vi ha fatto un festivalino VERGOGNOSO; o che il magnifico Cortile di sant'Ivo alla Sapienza, ogni estate da tempo immemorabile, viene concesso ad un'orchestrina che certamente non è il meglio che si possa immaginare in un luogo altrettanto unico al mondo.Per tutte queste ragioni diremmo: Nerone no, non deve tornare ad incendiare, anche se soltanto con la fantasia del pubblico, il Palatino.
Poi però, sposando in parte la tesi del Ministero, pensiamo che l'uso corretto, con spettacoli di qualità, non profani un sito storico archeologico di tale importanza; anzi potrebbe farlo conoscere meglio al mondo intero e procurare i fondi necessari per la sua tutela. S'è già fatto al Colosseo , in omaggio a Della Valle che l'ha restaurato, con una serata di gala. Che c'è di male? Magari ci fossero tanti Della Valle, poco importa se in cambio chiedessero di poter usufruire per qualche rara occasione dei siti che hanno restaurato, tirando fuori milioni di euro dalle proprie tasche.
Naturalmente occorre avere sicurezza che una volta smantellato palco platea e gradinate sul Palatino, nulla sia stato danneggiato e tutto torni come prima, anzi più bello e curato di prima. Già di questo, noi ci accontenteremmo.
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