Non sembri inutile tornare sugli ultimi due casi ( Fedeli e Madia) di mala 'formazione ed informazione' di cui si sono occupati, indistintamente, tutti i giornali, quasi con lo stesso fervore con cui ai tempi della laurea al Trota, figlio del leader leghista Bossi (conseguita in Albania, attraverso corsi per corrispondenza, pagati con soldi pubblici, o attinti dalle casse della Lega, o dagli emolumenti del Trota, consigliere regionale in Lombardia, in coppia con la Minetti, lei sì meritevole di laurea honoris causa, che però non ha ricevuto).
Nel caso della Fedeli, indipendentemente dalle sue capacità di guidare il Ministero dell'Istruzione ( dove potrebbe fare meglio perfino di professoroni e rettori di Università che l'hanno preceduta - sulla gestione Gelmini meglio calare un velo di silenzio!), la si è DOVEROSAMENTE accusata di aver scritto nel suo curriculum di una laurea in qualche cosa, mentre si trattava di un diploma, diplomino nelle stessa materia ; dunque bugiarda oltre che non laureata. In quello della Madia, sulla cui originalità della sua tesi di dottorato presentata a Pisa ( in un istituto di recente istituzione, dove forse, essendo all'inizio, erano di manica larga: accade dappertutto, non c'è da meravigliarsi) molti dubbi sono stati avanzati nonostante le rassicurazione dell'attuale rettore, il punctum dolens è la sua incapacità a reggere un ministero delicato, per via delle riforme che si sta dando da fare per condurre in porto. Comunque nell'uno come nell'altro caso, giusto quantomeno rilevare le anomalie. Poi il giudizio sul loro operato politico seguirà. Per la Madia sembra già con il segno meno, mentre per la Fedeli prevarrebbe il segno più.
Ora nello stesso paese in cui accade che ci si indigni , e giustamente, per i casi appena citati, nessuno dice nulla sulle eccessive cittadinanze onorarie concesse a personaggi che fa comodo tenersi buoni o stretti ad una città - naturalmente vi sono anche cittadinanza attribuite a personalità del mondo della cultura, dell'arte e delle professioni che le meritano davvero, come nel caso ad esempio di Bob Wilson o di Salvatore Accardo, due personalità del nostro mondo che hanno meritato la cittadinanza fiorentina (non si capisce perciò perché un giornale se la sia presa anche per loro, come fosse gente qualunque!) come anche del Principe Carlo d'Inghilterra.
Semmai bisognava indignarsi quando Dario Nardella aveva nominato assessore per le 'pubbliche relazioni internazionali, la vedova Pavarotti, Nicoletta Mantovani, la quale senza aver mai brillato, poche settimane fa s'è dimessa perché 'doveva occuparsi della ricorrenza della morte del celebre tenore'.
E poi le lauree honoris causa che in Italia non si negano a nessuno, perfino Valentino Rossi l'Università di Bologna ha laureato. Che bisogno c'era? per fare chiasso attorno all'Università. Ma era l'unico modo? Non sarebbe stato opportuno ed assai meglio puntare di più sulla qualità degli studi?
Evidentemente il rettore di quella storica università, come tanti altri suoi colleghi, la pensano diversamente. Tanto che, appena uno ha un incarico in un ente pubblico o in istituzioni di un certo tipo ( che ce l'ha messo, perchè, come amministra ai rettori non importa) subito lo si coopta fra i docenti. Come se, oltre che una laurea, un incarico universitario in Italia non si debba negare a nessuno.
Abbiamo presenti tanti casi, nel settore che conosciamo meglio, di gente di nessuno o pochissimo valore, messa in cattedra a far danni, avendo i rettori di varie università concesso di insegnare la buona amministrazione - stiamo pensando a tanti sovrintendenti di fondazioni liriche - che negli enti che amministrano non hanno saputo conseguire, al punto che sono stati commissariati.
Va bene perciò indignarsi per la Fedeli e la Madia, però non consentiamo a troppi incapaci di insegnare nelle università... perchè le conseguenze di quelle nefaste presenze che inquinano l'intera università, si vedono.
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