Ora ce ne occupiamo - in coincidenza con un fatto doloroso: la morte, a 73 anni, dell'ex sindaco di Bologna, Guazzaloca, detto anche il 'macellaio' al quale, ai tempi, tutti riconobbero una buona amministrazione - per raccontare la storia per cui Stefano Mazzonis, senza Guazzaloca (e Pierferdinando Casini, suo sostenitore politico) non sarebbe mai arrivato a Liegi.
Come si sa il sindaco presiede il Consiglio di amministrazione della Fondazione lirica della sua città, e i suoi poteri non sono ininfluenti. Ci scuserete se non saremo precisi con gli anni.
Accadeva che la carica di sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna fosse vacante - non ricordiamo se per conclusione di mandato o per fuoruscita degli amministratori, causa buchi di bilancio ( la storia del Comunale bolognese è regolarmente segnata da tali buchi, compreso l'attuale, con Sani al vertice).
In quegli anni, come abbiamo accennato, Casini contava qualcosa, certamente molto più di quanto non conti ora. Nella sua segreteria lavorava, con un incarico di prestigio, da quel che ricordiamo, Maria Delogu, vedova di Casini, Claudio, musicologo, morto prematuramente, imparentato con Pierferdi. La quale intercede presso il suo capo per la nomina a Bologna del suo compagno di allora Stefano Mazzonis, il nobile di Pralafera che, al suo attivo, all'epoca, di un qualche rilievo aveva solo l'organizzazione/direzione dei Concerti Italcable, con i soldi della importante compagnia telefonica (oltre una o due regie fatta in casa per operine lì rappresentate. Nulla di speciale)
Pierferdi ci mette un attimo e risolve, giusta l'indicazione della sua collaboratrice indirettamente imparentata con lui, il problema all'amico. Suggerisce con una certa forza a Guazzaloca il nome di Mazzonis. Guazzaloca non è in grado - ma neanche Pierferdi - di valutare l'idoneità professionale del candidato suggerito, e nomina Mazzonis propostogli dal suo sponsor politico.
Mazzonis sbarca a Bologna, chiama a lavorare con sè, un direttore artistico di nome molto più forte di lui, e in coppia affiatatisima si mettono al timone della nave bolognese. Dalla cui navigazione è venuta la nomina successiva a Liegi, vantando nel suo curriculum, Mazzonis, che aveva partecipato al bando del teatro belga, la 'sovrintendenza' a Bologna'. Il resto è storia nota. Lui è lì da parecchi anni e, ripetiamo, sembra faccia bene.
Questa storia, che crediamo già nota, l' abbiamo voluto comunque nuovamente raccontare, per confermarci nell'idea che senza l'intervento della mala ( qui come in altri casi di buono non c'è proprio nulla!) politica, in Italia è quasi impossibile far carriera. Ciò non toglie che qualche rarissima volta, come nel caso di Mazzonis Stefano ( attenzione a non confonderlo con suo cugino, Cesare Mazzonis, anche lui di Pralafera, che ha fatto carrierissima in Italia nel medesimo settore, ma che aveva cominciato facendo il 'portaborse', nel senso più nobile del termine, di Francesco Siciliani, allora in Rai) che la scelta si sia rivelata giusta, a guardare i risultati di questi anni.
Condoglianze alla famiglia Guazzaloca. E auguri di mille altre sovrintendenze a Stefano Mazzonis di Pralafera, dopo Liegi
Questa storia, che crediamo già nota, l' abbiamo voluto comunque nuovamente raccontare, per confermarci nell'idea che senza l'intervento della mala ( qui come in altri casi di buono non c'è proprio nulla!) politica, in Italia è quasi impossibile far carriera. Ciò non toglie che qualche rarissima volta, come nel caso di Mazzonis Stefano ( attenzione a non confonderlo con suo cugino, Cesare Mazzonis, anche lui di Pralafera, che ha fatto carrierissima in Italia nel medesimo settore, ma che aveva cominciato facendo il 'portaborse', nel senso più nobile del termine, di Francesco Siciliani, allora in Rai) che la scelta si sia rivelata giusta, a guardare i risultati di questi anni.
Condoglianze alla famiglia Guazzaloca. E auguri di mille altre sovrintendenze a Stefano Mazzonis di Pralafera, dopo Liegi
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