Chi segue questo blog con una certa regolarità sa che con Fuortes, sovrintendente dell'Opera di Roma, non siamo teneri. Ma non per partito preso. Infatti lo eravamo quando era a 'Musica per Roma', pur criticando la sua tendenza a crearsi una compagnia di giro da portarsi appresso in ogni peregrinazione, Bari compresa, e compresa anche l'Opera di Roma.
Dove però ha iniziato con il piede sbagliato, quando - per far vedere chi era - ha fatto la voce grossa sparando quella idiozia della esternalizzazione di orchestra e coro, mostrando immediatamente di avere nonostante la statura mediatica, i piedi d'argilla, ed attirandosi, per quella sua uscita, le critiche di mezzo mondo che ha pensato: se il il giorno si vede dal mattino, Fuortes comincia davvero male. E lì sono cominciate le nostre critiche sulle sue reali capacità di reggere un teatro, istituzione molto differente dall'Auditorium, dove in fondo non faceva che l'affittacamere, anche se 'cinquestelle'.
Poi ha finto una vittoria - di Pirro - e subito dopo ha fatto marcia indietro, creando all'Opera di Roma le condizioni per una vita non splendente, basterebbe normale, per intanto.
La stampa, anche dopo quello scivolone, non ha cambiato idea su di lui, lo ha sempre appoggiato, salvo nelle poche settimane di quella sortita sciagurata, e continua tuttora ACRITICAMENTE ad appoggiarlo. Lo appoggia anche quando dice che all'Opera di Roma sta riportando grandi direttori, ed a tutti è evidente che così non è, semmai vi sta portando noti registi. E sull'orchestra si guarda bene dal fare il benchè minimo accenno, mentre la stampa dovrebbe essere più critica, ma senza pregiudizi.
Un'orchestra non diventa da 'normale' 'ottima' per decisione del sovrintendente. Il quale s'è tenuto chi governava il teatro anche prima ecc... ecc... lo abbiamo scritto infinite volte ed anche altro.
Ma ora arriva questa notizia che non possiamo non condividere. Una ventina di giovani, pare selezionatissimi, prenderà parte ad un programma riservato ai giovani artisti, in tutte le arti dell'opera: si chiama 'Fabbrica'; ha preso già il via; durerà due semestri; e riserverà ai fortunatissimi prescelti la possibilità di lavorare a fianco delle maestranze e degli artisti ospiti, per apprendere 'a bottega' il mestiere dell'opera.
Il progetto è reso possibile, s'è vantato Franceschini, dall'Art Bonus che ha facilitato le sponsorizzazioni di alcune importanti società del nostro paese, in base alle quali i ragazzi godranno di una borsa di studio di 14.000 Euro, 7.000 a semestre, che consentirà loro di risiedere nella Capitale.
Ci auguriamo solo che non serva soltanto a realizzare uno spettacolo per il festival 'Contemporanea' 2017, voluto e diretto da Giorgio Battistelli, il direttore artistico dell'opera 'ai mezzi' con Alessio Vlad.
Al Teatro San Carlo è partita, quasi contemporaneamente, un'Accademia che insegna ai giovani musicisti a stare in orchestra, d'intesa con il Conservatorio di Avellino (perchè non quello di Napoli, più logico e naturale?). Quello che per decenni ha fatto la Scuola di Fiesole, e, più di recente, anche la Scala.
Ciò che di queste iniziative non ci convince o potrebbe non convincerci è che, finito il corso, la Fabbrica, l'Accademia, questi giovani vengano rimandati a casa, anche quelli veramente bravi. Con tanti saluti e senza troppi grazie.
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