Cominciamo dal segretario della Commissione di vigilanza RAI, Anzaldi del PD, il quale ha chiesto alla RAI di licenziare Massimo Giannini perchè recentemente, a Ballarò, parlando del caso della Banca Etruria, ha detto che fra la Banca e la famiglia Boschi c'è stato un incesto. Come altro definirlo quell'intreccio famigliar governativo così stretto e non ancora sciolto del tutto, nonostante le rassicurazioni e autodifese del premier? Anzaldi vorrebbe far capire che chi lo ha messo a guidare quella trasmissione, cioè il PD, quando il giornalista fa le bizze o, caso ancora più grave. dice qualcosa contro il suo padrone, cioè il premier ed il suo partito, ha tutto il diritto di chiederne l'allontanamento. Insomma chi lo ha messo può anche toglierlo. Gerciò Giannini, ora lasciamo passare, ma stai attento, rischi. Grasso, dalle pagine del Corriere, ha mandato a dire ad Anzaldi, di tapparsi la bocca, perchè ogni volta che parla fa più guai di Attila.
Gandolfini, neurochirurgo, è fra i principali organizzatori del Family Day di sabato a Roma, al Circo Massimo, dove a metterceli uno sull'altro, non possono entrare che poco più di 400.000 persone. Altro che i due milioni sparati dal Gandolfini e dai suoi.
Dal palco ha usato toni che non si sentivano dai tempi del divorzio ( Gedda e i suoi comitati) e dell'aborto assistito che non hanno fatto rovinare l'Italia, che invece il malcostume la corruzione hanno fatto precipitare nel baratro.
ma una espressione ha colpito più delle altre, quando ha ammonito i politici a fare attenzione perchè le loro decisioni avranno un peso nelle urne che prossimamente si apriranno per alcune grandi città. Dunque il legislatore - il Parlamento- faccia attenzione. Il prof. Ainis, dal Corriere, ha fatto rilevare come la presenza di parlamentari e membri del governo alla manifestazione avesse un che di molto strano. Il Governo va a protestare assieme al popolo, mentre invece dovrebbe stare in Parlamento a legiferare,magari ascoltando le proteste. Perchè se protesta anche chi governa, allora chi è che governa la protesta? Giusta osservazione.
Ilva Sapora è la bionda signora a capo del cerimoniale di Palazzo Chigi che negli ultimi mesi ha i guai suoi. Intanto premettiamo. chi ha portato la signora in quel ruolo a Palazzo Chigi? Indovina indovinello: Gianni Letta, lui ancora e sempre lui. Alla signora è stato imputata la decisione ultima di coprire le statue dei Capitolini, per la visita di Rouhani in Italia. La Ferilli, in una intervista a Emilia Costantini, se ne è uscita con una bella osservazione. Le bellezze artistiche sono le ultime cose rimastaci da mostrare, se copriamo pure quelle, addio.
Ora la signora Sapora non viene punita: " perchè non ha colpe. Semmai era inadeguata al ruolo che ricopriva". Capito Letta? Ora, perciò, non sarà licenziata, resterà fino a metà anno in servizio, quando scatterà la pensione ( che pensione e che liquidazione!); nel frattempo sarà affiancata da persona più adeguata, magari il segretario generale di palazzo Chigi, oppure il suo vice, 'grande & grosso' Nastasi, altro protetto di Letta, ma certamente più in gamba della Sapora.
Sono invece indagati per mancata osservanza della disciplina di lavoro, cinque impiegati di Zetema, perchè avrebbero OSATO criticare nel corso di una trasmissione televisiva - riconosciuti, nonostante il volto oscurato - la decisione della Sapora, che oltre alla copertura delle statue, prevedeva anche l'allontanamento dei custodi femmine, anche se in pantaloni. Per il premier iraniano solo custodi in pantaloni con l'uccello. Come poi è stato. perdonate la volgarità.
Tomasello batte tutti all'Univeristà di Messina, in un concorso a cattedra, nonostante abbia presentato un lavoro frutto del 'copia e incolla' - ma senza citazione della fonte - da un testo del suo insegnante, noto studioso, Amoroso. L'altro aspirante fa ricorso e rivela il furto del Tomasello. Dal Miur, a firma del dirigente Livon, rispondono: quel che è fatto è fatto. Tomasello ha vinto la cattedra.
Aggiungiamo solo che Tomasello è figlio dell'ex rettore dell'Università di Messina, dove aveva fatto carriera stante suo padre al vertice (l'avesse fatto un povero cristo, sai i calci in culo che prendeva) e Daniele Livon, direttore generale del MIUR, deve essersi bevuto il cervello alla cantina di famiglia, se ha dato quella risposta.
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