Fino a ieri, capofila il Corriere, tutti a dire che è uno schifo quello che succede a Roma nel caso delle case del Comune, affittate agli amici degli amici a prezzi di favore ( in questo discorso andrebbe non dimenticata anche la prima dismissione di case sotto Causi e Veltroni, quando a prezzi di favore agli amici degli amici furono venduti immobili di pregio in zone di pregio!). Da oggi, anche sul Corriere si invoca prudenza, scrivendo che la gran parte delle case sono affittate a poveri disgraziati, ed ora metterli in mezzo ad una strada per dimostrare che si vuol far pulizia , è come sparare sulla croce rossa. Vengono poi fuori molti casi particolari, come ad esempio quello di tanti intellettuali ed artisti che all'indomani della fine della guerra furono quasi spinti nelle case del centro storico per evitare che fossero abitate esclusivamente da gente povera. E sia gli intellettuali che gli artisti, a malincuore - oggi si direbbe: a loro insaputa- si trasferirono in quelle case che di pregio allora erano, per la zona in cui si trovarono, ma che nel tempo di pregio lo sono anche diventate per i lavori che quegli inquilini e o loro eredi - sì quelle case sono passate di mano per generazioni o subaffittate - hanno fatto, nella maggior parte dei casi a loro spese.
Si scopre poi che tutto 'lo storico' di quegli appartamenti, ancora cartaceo, era stato inscatolato e gettato in un deposito, sperando forse che i topi e l'umidità li distruggesse definitivamente.
Allora Tronca vuol solo farsi pubblicità? Ammesso che voglia farsi solo pubblicità, non perdiamo l'occasione di un censimento vero e dell'accertamento caso per caso delle situazioni abitative, per venire a capo di illeciti, abusi, e di non aventi diritto. Ma allora, tutti quelli che Tronca troverà in simili situazioni - TUTTI proprio TUTTI - devono essere regolarizzati, anche con lo sfratto, laddove enecessario, senza infierire sui deboli, che non hanno forza per reagire, solo per dare una lezione.
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