Bruno Ermolli, uomo Mediaset, dopo infiniti anni abbandona la Scala, dove da sempre era stato designato Vice presidente del Consiglio di amministrazione, ed alla cui gestione e decisione si devono le indicazioni prima di Lissner e poi di Pereira - almeno così scrivono i giornali, o si vanta il medesimo Ermolli. Certo è che alla Scala l'intera Milano tiene, come al suo teatro, come non accade a Roma con il Teatro dell'Opera. almeno non accade ancora, ma che ora con Fuortes avverrà presto - è passato più di un anno - si dirà - ma nulla è cambiato, vero; ma cosa è un anno di fronte all'eternità di un manager?
Adesso già si penna alla successione, che è quasi scritta, anche se forse si potrebbero attendere per renderla effettiva le prossime votazioni comunali e la designazione del nuovo sindaco.
Intanto, visto che Ermolli era stato designato dalla camera di Commercio, il suo posto nel consiglio lo prende Alberto Meomartini, già indicato dal presidente dalla Camera di Commercio, Sangalli. Per la nomina, invece, a Vice presidente, sono pronti i candidati. Forse il più probabile è Francesco Micheli, ora che si è liberato di MiTo, già in consiglio in rappresentanza del Ministero di Franceschini, anch'egli ' rosso e barone' con la passione per la musica; ma si fa anche il nome di Aldo Poli, presidente di Banca del Monte di Lombardia, con la quale Pereira ha un contratto di collaborazione, naturalmente autorizzato dalla Scala, per la ragione che il neo sovrintendente è succeduto a Lissner in tutto, ma non nel suo enorme emolumento, e allora lui rimedia con qualche contrattino di collaborazione che gli permette di pagare la casa a Milano e di fare una vita migliore, non bastandogli, come è facile pensare, ciò che prende dalla Scala, dove Lissner - l'ascetico - prendeva quattro volte tanto.
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