Se aggiungiamo una semplice vocale, la prima delle cinque, una 'A', allo slogan che ci ha ossessionati ancora due mesi prima che il festival cominciasse, realizziamo, sfruttando quello stesso slogan con una leggera modifica, la sintesi più completa ed azzeccata del festival di Sanremo di quest'anno, ma anche di ogni Sanremo: festival della canzone, dove la musica è un semplice ingrediente e non dei più sapidi del gran minestrone sanremese che ogni anno ci fa vedere la bionda e la bruna, e ce le fa vedere senza nasconderci nulla quasi senza veli; ci fa pentire delle nostre cattive azioni chiamando chi lotta ogni giorno per dare un senso alla vita, chi non si arrende mai anche a cent'anni tondi tondi ecc... e la musica? la musica c'è anche, ma non è necessaria ed indispensabile.
Basta guardare chi dirige l'orchestra - dove si salvano Beppe Vessicchio e magari anche Renato Serio - per mettersi le mani nei capelli. Un esercito di dilettanti che non sa muovere le mani a tempo, e che forse non sa neanche leggere la musica, sebbene abbia sotto gli occhi la partiture delle varie canzoni che qualcuno ha preparato.
Lo spettacolo è desolante, le canzoni tutte uguali, manco a a dire che sono tagliate sui canoni della canzone popolare; i testi inutili o talmente prosaici da risultare inascoltabili. E i cantanti - a Sanremo li chiamano ancora così - che hanno bisogno di mascherarsi per farsi notare o di arrivare in palcoscenico con mise improbabili che ci stanno a dire?
Che vincono gli anziani, più normali, che sanno costruire una canzone, e che sanno raccontare, a differenza di quelli che partono con una buona idea - come quella canzone che apre la borsa di una donna, che poteva essere fra le più inconsuete se condotta sul filo dell'umorismo, ma dalla quale si estrae l'ennesima paccottiglia sentimentale... che noia.
E poi dopo il successo delle 'cinque giornate' di Sanremo - ascolti record che indurranno Campo Dall'Orto all'indulgenza nei riguardi di Giancarlo Leone che a giorni sloggerà da RAI 1 - si fa, oggi domenica, nel salotto di casa Presta e di nonno Costanzo, il contro Sanremo, dove si rigiudicano le canzoni, andando contro la giuria composita che le ha giudicate,e che ha mandato a casa solo quattro gatti, fra cui anche gli 'Zero Assoluto' per timore che all'indomani, nella serata finale, avessero ad incontrasi troppi Zero, con lo show di Renato - il primo e più autentico degli 'Zero' - sul palcoscenico dell'Ariston.
A Sanremo quest'anno, come sempre cantano proprio tutti. Come tutti i cantanti improvvisati dello slogan pubblicitario del festival dove si ascoltavano tutti, ma proprio tutti, perfino qualcuno intonato.
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