Mentre leggiamo sui giornali notizie relative alla programmazione delle Accademie straniere a Roma, da quella Americana a quella Francese, ci giunge un volume dall'Accademia Tedesca che ha la sede principale a Villa Massimo, ora chiusa fino a settembre per lavori di restauro, ed alcune altre dépèndences in città e fuori, diretta da tempo da Joachim Bluher.
In tutte le Accademie, a maggior ragione nelle più prestigiose - e quella tedesca ovviamente non fa eccezione - si preparano per i borsisti soggiorni produttivi e stimolanti, anche in accordo con alcune istituzioni culturali italiane della Capitale, e fra le stesse accademie. Ma ciascuna ha un suo stile.
L'Accademia Americana, di cui abbiamo notizia almeno una volta l'anno dai giornali, organizza una festa che segna l'avvio della sua attività, e poi nel corso dell'anno ospita attività e manifestazioni frutto di collaborazioni con altre istituzioni, ad esempio con l'Associazione Nuova Consonanza ed il suo festival annuale. Probabilmente ospita anche personalità americane, ma della loro presenza oggi si sa poco o nulla. Un tempo non era così, e noi stessi negli anni Ottanta, venuti a sapere della presenza di Elliott Carter a Roma, lo invitammo a far parte della giuria del concorso di composizione 'Fogli d'album' bandito dalla nostra rivista 'Piano Time'.
L'Accademia di Francia, assieme a quella tedesca, è senza dubbio la più attiva, sebbene il nuovo corso, affidato alla direttrice fresca di insediamento - sulla cui nomina molti rumors sono circolati in Italia ed in Francia - si è avviato con un passo falso. Con una foto che ha fatto il giro della rete, nella quale i borsisti residenti erano ritratti arrampicati su una delle statue monumentali, storicamente una delle più importanti, del giardino dell'Accademia di Villa Medici. Quella foto inaugurale del nuovo anno accademico è stata letta come una profanazione, un insulto alla storia di Villa Medici, che con direttori di diverso spessore mai e poi mai si sarebbe vista. Ma ciò oggi è accaduto anche perchè nella scelta dei direttori, negli ultimi anni, contano molto le amicizie con l'attuale inquilino dell'Eliseo e con la sua compagna, attrice, che appare e scompare, ma che evidentemente il presidente ascolta anche a distanza.
All'Accademia Tedesca questo non sarebbe mai accaduto e mai accadrà. La sede principale romana, a Villa Massimo, rappresenta per i borsisti un privilegio ed una occasione unica per lavorare ai propri progetti, lavoro che l'accademia asseconda e sostiene, con uno stile che definire tedesco, nel senso di sostanziale e di attenzione alle cose che contano davvero, non è fuori luogo.
Ci spieghiamo. Noi una conoscenza più da vicino dell'Accademia ce la siamo fatta subito dopo il terremoto aquilano, quando ospitammo sulla nostra rivista Music@ alcuni interventi del direttore dell'Accademia e l'illustrazione di un progetto pensato per gli studenti dell'Aquila davvero importante. La progettazione, cioè, di un grande salotto mobile, una piazza accogliente di legno, provvisto di parecchi ambienti che solo l'insipienza e l'indecisione tipica del nostro paese, ma anche l'insolenza dei governanti aquilani ha costretto ad impacchettare e rispedire in Germania. In mesi e mesi di trattative all'Accademia di Villa Massimo che si era fatta promotrice del progetto non è giunta nessuna risposta dell'amministrazione cittadina relativa al luogo dove montare questo meraviglioso regalo - gratuito!!!! - della Germania alla città terremotata. Neppure l'intervento dell'allora sottosegretario Gianni Letta sortì alcun effetto.
Ma l'Accademia organizza per i suoi borsisti molte attività per far conoscere loro la città ed anche per metterli in rapporto con le intelligenze e le istituzioni creative romane. Attività che hanno il loro apice nel concerto annuale affidato all'Ensemble Modern ed alla festa di fine corso.
Ma l'Accademia non si accontenta di questo, che sarebbe già abbastanza. Ha stampato un volume nel quale racconta in due lingue, italiano e tedesco, la sua attività e di ogni borsista presenta un profilo personale e della sua attività, oltre che le realizzazioni nate nel periodo di residenza romana. Insomma l'Accademia tedesca, a differenza delle altre, e meglio di qualunque altra, si occupa di aprire un futuro ai suoi borsisti, raccontando ciò di cui sono capaci e quel che hanno già realizzato. Ecco dove sta la differenza. Da questo stesso volume, intitolato semplicemente ' Villa Massimo. Accademia Tedesca a Roma. 2014', apprendiamo anche un particolare al quale non avevamo mai fatto caso, e che cioè un bel gruppo di accademie straniere vennero fatte edificare a Valle Giulia, dopo lì'Esposizione universale del 1911, dal indaco anticlericale Nathan, a corona della Galleria nazionale di Arte Moderna. per indicare che a Valle Giulia veniva impiantata la fucina che doveva produrre il nuovo mondo della arti ed ella ricerca.
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