Poi l'organo non si potè costruire anche perchè mancavano i soldi - così almeno pensavamo. Ed invece persone molto informate ci hanno fatto sapere che la storia è molto diversa e che i soldi c'erano, erano stati già stanziati. E allora? Quei soldi, destinati alla costruzione dell'organo furono dirottati verso altri diversi capitoli di spesa. Qualcuno dice per la pavimentazione della cavea o per altri usi. Tutto questo rende la storia ancora più ingarbugliata e aggiunge inganno e imbroglio a vergogna.
Ora chi sa queste cose, perchè le ha seguite fin dall'inizio, come ad esempio la dott. Annalisa Bini, segretaria del 'Comitato per l'organo' creato da Bruno Cagli, deve parlare e chiarire.
E dirci anche come mai la Bibliomediateca che Lei dirige, da qualche tempo manca di personale, rendendo sempre meno agevole lo studio e la ricerca di musicologi giovani e non.
Anche nella storia della Bibliomediateca c'entra Berio, il quale volle ad ogni costo, anche contro il parere di studiosi e di illustri musicisti, come Petrassi, smembrare la Biblioteca di Santa Cecilia, presso il Conservatorio, dove convivevano i due fondi bibliografici del Conservatorio e dell'Accademia, per portarsi all'Auditorium quello dell'Accademia.
La Bibliomediateca potè usufruire anche della consulenza dello Studio 'Piano' che disegnò appositamente gli arredi della biblioteca ed ogni altra cosa, tutto di gran pregio ed, immaginiamo, anche di gran costo (finirono forse anche in Biblioteca, parte dei soldi destinati all'organo?).
Ora la Bibliomediateca non ha praticamente più personale. Per le consultazioni occorre presentare la richiesta in un determinato giorno e solo dopo che ne sono passati due o tre ritornare per consultare i volumi richiesti.
I resposnabili dell'Accademia dovrebbero fare un salto alla biblioteca dell'Istituto Storico Germanico, dove si respira altra aria, altra efficienza, altro rispetto per lo studio e la ricerca. E dove, per eccesso di zelo tutto teutonico, ciò che non si trova a Roma ma che si sa essere presente in altre biblioteche tedesche, si riesce a procurare - digitalizzato! - agli studiosi italiani. Un miracolo? No, l'efficienza tedesca.
Santa Cecilia che spende soldi per il superfluo e l'inutile, come tante pubblicazioni, che fanno concorrenza a editori specializzati o di carattere ed intento autocelebrativi ( l'ultima, per la ricorrenza dei dieci anni di Pappano a Roma, come se nessuno se ne fosse accorto ed avesse bisogno che l'Accademia lo ricordi!), dimentica di destinarne, anzi decide di non destinarne a cose molto più importanti (come il funzionamento della biblioteca), perchè evidentemente mette lo 'spettacolo' in cima a pensieri e aspirazioni.
P.S. Ciò che abbiamo scritto a proposito del servizio della Bibliomediateca dell'Accademia di Santa Cecilia, diretta da Annalisa Bini, risponde a verità il fatto che c'è stata una riduzione di personale, ma è assolutamente falso che non vengano assicurati i servizi elementari di una biblioteca, come la ricerca, il prestito nella sala lettura ecc.. Noi lo avevamo scritto a seguito di notizia fornitaci da persona affidabile e che, ritenevamo, non avese nessuna ragione per affermare il falso. Oggi ci siamo recati nella Bibliomediateca, abbiamo richiesto dei volumi che seduta stante ci sono stati forniti, e nella sala lettura abbiamo notato molti studiosi, in gran parte giovani. Ce ne scusiamo.
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