Anche la seconda tornata di votazioni per l'elezione del Presidente/Sovrintendente/Direttore artistico dell'Accademia di Santa Cecilia si è chiusa con un nulla di fatto. Le urne hanno dato i seguenti risultati: Dall'Ongaro, voti 20; Battistelli voti 18, Cagli voti 7. Molto diversi dalla prima tornata di elezioni, il 12 ottobre scorso, quando i risultati erano stati: Dall'Ongaro, voti 18, Battistelli, voti 10, Cagli voti 10. Questa volta gli aventi diritto erano 62, hanno votato in 53, e quindi ci sono state una decina di schede fra nulle e in bianco. Anche in Accademia spira il vento dell'astensione.
Da quel che scrive Cappelli, sul 'Corriere della Sera' di oggi - il quale Cappelli riferisce naturalmente la storia dalla parte di Dall'Ongaro e Cagli - Battistelli si sarebbe dato molto da fare ingaggiando una lotta silenziosa ma senza quartiere e senza sconti per nessuno, guadagnando ben 8 voti rispetto alla prima votazione, mentre Cagli ne avrebbe persi 3, e Dall'Ongaro ne avrebbe acquisiti 2 appena. Resta ancora aperta la lotta fra i due contendenti, essendo ormai fuori gioco Cagli, al quale (sempre per stare a ciò che scrive Cappelli) verrebbe riservata una carica onorifica, una specie di 'Presidente onorario a vita' o 'Presidente emerito' che farebbe il paio con quell'altro incarico, comico, che hanno dato a Muti all'Opera. Ma di ambedue le eventuali cariche onorifiche non v'è traccia nello statuto dell'Accademia, a meno che non si pensi a lui come 'protettore' dell'Opera studio, popolata di fedelissimi di Cagli - sempre che Battistelli, se vincitore, non decida di chiuderla.
E' evidente che chi ipotizza tale riconoscimento postumo per Cagli non può che essere Dall'Ongaro - suggeritore di Cappelli - il quale a Cagli deve tutto compresa la sua ascesa al gradino di poco meno alto di quello di Cagli stesso, e cioè la Vice presidenza. Certamente, se vince Battistelli, Cagli - che di lui alla precedenti elezioni che lo confermarono per l'ennesima volta alla presidenza, aveva detto che non 'era capace neanche di organizzare un concerto' - deve prendere un fugone che lo porterà lontano dall'Accademia e forse anche da Roma. A meno che altre ragioni di appartenenza dei due - e chi legge sa già di cosa parliamo - non consiglino al vincitore di essere meno crudele con lo sconfitto - che poi sconfitto non è, visto che sono quasi vent'anni che si è tenuto incollato a quella poltrona - e di graziarlo, pur tenendolo a distanza, e senza infierire.
La terza votazione, con l'abbassamento del quorum potrebbe essere, anzi certamente sarà la volta buona. Come accadde per Cagli, al suo ritorno in Accademia, dopo la morte di Berio, quando si pensava che al compositore sarebbe succeduto Sergio Perticaroli, al quale venne fatta pagare la chiamata in Accademia come consulente per la direzione artistica, di Hans Landesmann. Gli accademici, tutti musicisti, non glielo perdonarono a Perticaroli ed elessero, alla terza votazione quando il quorum era di metà più uno dei votanti e dunque abbastanza basso, Cagli. Il quale poi ha ottenuto per altre tre votazioni il il gradimento degli accademici, ma non di tutti, se stiamo alle lettere aperte, inviate a lui ed agli accademici, dell'ottobre scorso (pubblicate integralmente da Music@, il noto bimestrale edito dal Conservatorio dell'Aquila) dove si denunciavano comportamenti non del tutto specchiati, addirittura voto di scambio e favori per coloro che costituivano il 'cerchio magico' di santa Cecilia, povera santa, e di Cagli.
Nelle passate settimane, riflettendo sui futuri assetti di Santa Cecilia abbiamo scritto che saremmo più contenti se Battistelli continuasse a scrivere l'ennesimo film - pardon: opera! - e venisse eletto Dall'Ongaro. Semplicemente perché così libererebbe un bel pò di posti che ora tiene occupati, tutti stretti nelle sue mani, e tutti a motivo della sua dilagante presenza in RAI, e si decidesse ad uscire finalmente anche dagli schermi televisivi che ha invaso, con sprezzo del comune pudore.
Ora la lotta fra i due fratelli/coltelli sembrerebbe favorire l'ascesa di Battistelli, stando all'enorme salto che ha fatto dalla prima alla seconda tornata di elezioni. Anche se ci sono i voti che, alla terza votazione, Cagli potrebbe convogliare sul suo candidato, Dall'Ongaro, inviso a molti in Accademia - come si legge sempre in quelle lettere aperte, a firma anche del Cardinale Bartolucci, oggi defunto.
Vuoi vedere, sussurra qualcuno, che i due fratelli si mettono d'accordo per occupare le due cariche più alte, riformando lo statuto, per separare la figura del sovrintendente da quella del direttore artistico: Battistelli sulla poltrona più alta, e Dall'Ongaro in quella di direttore artistico, anche per dare ascolto all'opinione di Cagli che non ritiene Battistelli (che aveva già preannunciato la sua volontà di separare le due cariche) capace di organizzare neanche un concerto. In questo caso i due, apparentemente avversari, avrebbero fatto fesso Cagli, dandogli il benservito. In effetti Battistelli, sebbene un concerto, a dispetto di Cagli, sappia organizzarlo, nelle brevissime esperienze che ha avuto da direttore artistico ( Arena di Verona) ha fatto sfracelli, quando ha dichiarato apertamente che quella immensa platea popolare doveva diventare una specie di 'Biennale Musica' veronese, con grande attenzione alla musica d'oggi. La presenza della musica d'oggi a Santa Cecilia, con il tandem Battistelli/Dall'Ongaro, sarebbe garantita da Dall'Ongaro, che nella musica d'oggi sa come muoversi. E non chiedeteci perché. Vi basti sapere che egli è anche il responsabile della musica di Radio Tre,
In tutta sincerità non sappiamo che piega prenderà la prossima tornata di votazioni, perchè i due con-fratelli sono a distanza ravvicinata e basterebbero uno o due voti per decretare, al terzo turno, la vittoria dell'uno o dell'altro.
Sinceramente, non sappiamo più quale preferire come sconfitto. A noi basterebbe che in Accademia si avesse a respirare un'aria più tranquilla e pulita, si vedessero circolare facce nuove, che venissero infranti patti e schemi che da troppo tempo vi dominano, e, per quel che ci riguarda direttamente, non si continuasse, anche dopo Cagli, il volgare, vergognoso ed illecito ostracismo nei confronti di chi - come, ad esempio, noi - scriviamo cose che all'attuale dirigenza non vanno proprio giù, e che, per questo, ci fa negare, dall'incaricata di turno, il biglietto stampa con scuse vergognose, ma porte sempre con la grazia dell' ipocrisia, in obbedienza al padrone di turno.
Nessun commento:
Posta un commento