La Scala, innanzitutto non è a Milano, dove, nella piazza antistante prima dell'inizio dell'opera si sono verificati disordini e scontri fra i giovani cosiddetti dei centri sociali e le forze dell'ordine, dei quali non è filtrato nel foyer neanche un accenno, e neanche, a dire la verità. nel breve TG di RAI News 24. Né lo ha fatto la pubblicità che mostrava una piazza in bianco e nero, nella quale da una carrozza scendeva Edison e signora, che prometteva al mondo che di lì a poco avrebbe inventato la luce elettrica, con la quale volano gli aerei e si fa il gelato che due giovani gustavano con grande piacere.
Come se niente fosse nel corso della diretta di RAI 5; ne hanno dato notizia solo i TG. Eppure la diretta dell'opera vera e propria era stata preceduta da una lunga IMPROVVISATA ed INUTILE introduzione e inframezzata da un altrettanto lungo intervallo, nel corso del quale si è ascoltata anche la signora dei salotti milanesi Natalia Aspesi, quella cui andava a genio Lissner e non altrettanto Pereira.
Interrogata dalla divina - ce lo consenta - Mattei, 'banaluccia' e sempre ovvia, in nome della volgarizzazione - ha dichiarato testualmente che Lei dall'inaugurazione della Scala si aspetta sempre qualcosa di più accattivante(e invece quest'anno le hanno dato Fidelio, aggiunta del redattore) però mi hanno detto che Fidelio è un'opera importante. Ecco uno di quei casi in cui la finta intellettuale farebbe bene a non svelare i buchi neri della sua personalità. Maria Concetta Mattei, per vendicarsi dell'idiozia della giornalista, ha sbagliato anche il titolo della sua rubrica di posta del cuore sul Venerdì di Repubblica.
Dalle carceri ad una fabbrica dismessa, qualche perplessità. L'inferno di oggi - meglio che 'gli inferi' su cui hanno voluto puntare i divulgatori da strapazzo - verrebbe meglio rappresentato da una fabbrica. Perchè, invece, nella carceri è come stare alle Seychelles?
Infine i giovani dei Centri sociali che se la prendono con Beethoven. Può esser la musica, la musica del più grande genio dell'umanità che lotta contro l'ingiustizia, per la libertà ed inneggia all'amore che non conosce ostacoli, il nemico da combattere? Poverini. forse scambiano Beethoven per il marito della Merkel alla base di tanti nostri problemi. Il loro nemico sta altrove, lo combattano lì dove si annida e fa danni enormi.
La coppia divulgatrice di RAI 5 potrebbe a breve perdere uno dei componenti, causa impegni di forza e potere maggiori. La notizia sarà accolta, almeno da noi, con non celata soddisfazione. Perché anche questa diretta va archiviata nel capitolo della inutilità e sciatteria, del 'facciamo presto', degli improbabili ed inutili interlocutori 'scappa e fuggi', del 'troppa carne al fuoco', del 'parlare di giovani e carcerati fa chic', del 'parla tu che io non mi ricordo'; seguito dal 'basta a parlare tu che ora tocca a me'. Per dire cosa?
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