Papà, ma dove mettono i cattivi - chiese il bambino a suo padre visitando il cimitero del suo paesello e leggendo sulle tombe iscrizioni di lodi del defunto.
Manuel De Sica, che è morto ieri, al contrario, era un uomo buono per davvero, schiacciato dalla figura di suo padre Vittorio, alla cui ombra egli viveva ed alla cui memoria aveva deciso di dedicarsi per tutta la vita. Lo frequentammo alcuni anni fa, al tempo in cui veniva restaurato, per conto del Casinò di Venezia, il capolavoro del neorealismo 'Ladri di biciclette' proiettato poi alla Mostra del Cinema - un progetto che Anna Elena Averardi, 'consulente per l'immagine' dell'Istituzione veneziana, presentò all'allora presidente del Casinò, avv. Mauro Pizzigati che, immediatamente, lo sposò e finanziò. Manuel De Sica era persona amabile e fragile, consacrata alla memoria del padre, più che alla propria promozione. Oggi sui giornali leggiamo di lui il solito 'coccodrillo' troppo inesatto per essere vero, ed anche con evidenti falsità.
'Grande musicista', titolava qualche giornale, fra tutti il quotidiano della Capitale che, come altri, forniva oltre i titoli dei film per i quali egli aveva scritto il commento musicale, anche gli ensemble cameristici per i quali aveva composto musica, fuori degli schermi, soprattutto 'sonate' per strumenti solisti.Vero, tutto vero.
Ma che Manuel fosse un grande musicista, ce ne corre. Faceva di professione il musicista, questo è vero, soprattutto per commentare pièces teatrali, documentari e film, ed anche ciò corrisponde a verità; ma ancora un segno del suo genio musicale non è emerso, come forse potrebbe domani, cercando fra i suoi lasciti non ancora resi pubblici.
Ciò che pure hanno scritto i giornali e che è del tutto falso, perchè privo di ogni fondamento, è che Manuel abbia studiato con Bruno Maderna al Conservatorio di Santa Cecilia. Primo perchè Maderna non ha mai insegnato, secondo perché Maderna non ha mai insegnato in una istituzione pubblica e tanto meno al Conservatorio di Santa Cecilia, dove, invece, si era diplomato.
Forse per dire, innocentemente, che aveva studiato al Conservatorio di Santa Cecilia, dove pure s'era diplomato Bruno Maderna (ma anche una schiera infinita di ottimi musicisti), ci si è spinti ad affermare, per inciampo non del tutto innocente, che era stato allievo di Maderna. Conosciamo le infinite bugie dei musicisti, per crearsi un albero genealogico che non possono per nessuna ragione vantare.
Per limitarci, esemplificativamente, ai direttori d'orchestra, nel curriculum di molti di loro leggiamo che hanno studiato con Franco Ferrara, il mitico direttore insegnante. Se fosse vero che egli abbia avuto tutti quegli allievi che si autoprofessano tali, non gli sarebbero bastati tutti gli anni che è vissuto ed ha insegnato, già solo per vederli sfilare davanti ai suoi occhi, senza neanche farli salire sul podio per guardarli in faccia all'orchestra.
Senza considerare che essere stati allievi di qualche genio non può far diventare genio chi non lo è. Serve, nel caso, solo a dire che tizio o caio si sono formati in una buona scuola. E basta.
Per tornare a 'Manuel De Sica allievo di Maderna', fra i due ci potrebbe essere stato un incontro, anzi ci sarà stato sicuramente, quando negli anni Sessanta suo padre figurò come recitante, in un disco diretto da Maderna e dedicato a Brecht/ Kurt Weill. Alla realizzazione di quel disco Ricordi (1964) partecipò come cantante anche Laura Betti.
In quell'occasione, figuriamoci se papà Vittorio non abbia colto l'occasione per dire a Maderna che aveva un figlio che studiava musica, e Maderna risposto che voleva conoscerlo e che anzi occasione più propizia di quella di assistere alla registrazione, forse non si sarebbe mai più presentata. Detto fatto. Semmai fu quella l'unica indiretta ed informale lezione di Maderna a Manuel, che allora aveva 15 anni e frequentava il Liceo all'Istituto Nazareno.
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