Pereira, che evidentemente non ha granchè da fare, ha preso carta e penna e l'ha messo nero su bianco. D'ora in poi per evitare ai danarosi spettatori di restare per tutto il primo atto di un'opera fuori della sala, perchè giunti in teatro dopo le 20, e per evitare alle maschere, povere, gli insulti dei danarosi spettatori, ci sarà una tolleranza di cinque minuti. Insomma, le opere invece che alle 20 inizieranno alle 20,05.
Perchè, ha ragionato Pereira, chi non ce l'ha fatta ad arrivare per le 20, ora di inizio di un'opera, sicuramente ce la farà entro le 20,05. Così entrerà in teatro, non dovrà lagnarsi con le maschere e non dovrà disturbare gli spettatori giunti in orario che si sono già messi comodi al loro posto, per raggiungere il proprio.
Nella 'grida' di Pereira manca un consiglio, che è quello di tenersi nelle ultime file al primo posto libero e facilmente raggiungibile, piuttosto che cercare il posto assegnato, qualora si ritardi. I ritardatari, per nostra esperienza, sono sempre nelle prime file e per giunta nelle poltrone al centro della fila medesima.
Ciò che nella sua 'grida' Pereira s'è scordato di dirci è se tutti i ritardatari della Scala, come farebbe sospettare il leggero posticipo, non tardano mai più di qualche secondo, perchè altrimenti, alla prossima volta dovrà posticipare l'inizio dell'opera alle 20,10, e poi alle 20,15.
Se si fissa un orario, questo orario va rispettato. Noi che frequentiamo teatri e sale da concerto da trent'anni e passa, per ragioni di lavoro ma anche per piacere, non siamo mai riusciti ad arrivare in ritardo. Anzi no, una sola volta c'è capitato e , per giunta, alla Scala, di passaggio da Milano. Siamo arrivati mezz'ora dopo l'inizio, semplicemente perchè abbiamo scambiato Milano con Roma, dove gli spettacoli all'Opera, iniziano sempre più tardi della Scala.
P.S. Pereira ha già ritirato quella sua concesione ai poveri ritardatari ed alle massacrate maschere del teatro. Ritirato il documento che sanciva la possibilità di ritardare di cinque minuti l'inizio delle rappresentazioni o dei concerti. Come volevasi dimostrare. E se anche lui, prima di ogni altro, avesse ritardato cinque minuti, per riflettere, prima di qull'inutile concessione? Allora sì quei cinque minuti di ritardo sarebbe stati SALUTARI. Per lui.
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