Sta diventando abituale ormai la trasmissione, su schermo gigante, nelle carceri milanesi, della 'prima' alla Scala( come anche la protesta dei centri sociali, con gli stessi protagonisti, da una ventina d'anni in qua). E, forse, l'idea di ambientare l'opera non in un carcere ma in una fabbrica dismessa l'ha suggerita alla regista inglese, proprio tale visione in diretta. I detenuti conoscono molto bene l'inferno delle carceri, che, se non rappresentato alla perfezione, li avrebbe irritati.
Ma c'è un'altra ragione per cui è divenuto un rito tradizionale tale visione nelle carceri, alla stregua della stessa prima della Scala a sant'Ambrogio.
Nei salotti milanesi se ne parla da tempo, perfino durante la cena al Savini nel dopo teatro. Dicono le malelingue che, visto il flusso sempre più consistente di personaggi della Milano che conta da Piazza della Scala a san Vittore o ad Opera ( il secondo carcere nel quale viene anche trasmessa) si vuole alleviare, in futuro, la mancata presenza di certi personaggi nella sala del Piermarini a Sant'Ambrogio, come avvenuto prima di andare in vacanza San Vittore, dove in fondo un tetto e i pasti gli vengono forniti senza alcun esborso ed ora anche la prima della Scala. Certo non saranno come le nobili dimore al centro di Milano, né come le cene al Savini, però sulla gratuità non bisogna mai sputarci.
Si torna a parlare di elezioni a Roma, mentre si attendono anche quelle veneziane, per le quali il Cavaliere ha fatto una offerta a Mara Venier, dicendole che lei è molto stimata ed amata dai veneziani. Ma non ha aggiunto che non capisce un tubo di amministrazione. Non bastano i danni dell'acqua alta. Come si vede il 'lupo' Cavaliere perde il pelo - che anzi l'ha perso del tutto e da tempo - ma non il vizio di pensare alla politica come ad uno spettacolo di soubrettes.
Anche a Roma, sebbene tutti dicano che Marino è il candidato unico della sinistra, intoccabile - mentre fino all'altro ieri anche per il suo stesso partito era da mandare a casa perchè avrebbe scaraventato agli ultimi posti dei voti ricevuti il suo partito in future elezioni - si pensa di seguire il 'modello Berlusconi'. Non perché indicando la Madia si pensi a Lei come ad una soubrette di sicura presa popolare, ma perchè si pensa comunque che una donna, giovane, seppure inesperta, possa essere motivo di attrazione per gli elettori. Insomma al partito romano non basta il caso Marino che comunque, finora, si è mostrato certamente pulito, ma incapace di guidare una grande città; il PD vuole riprovarci con la Madia. Che sarebbe la versione 'di sinistra' - Marianna 'alla romana', della Mara 'alla veneziana'. Ambedue piatti a-Mari...
Si va 'alla grande'. In Italia va tutto 'alla grande', anche il piccolo. Musei aperti, 'alla grande'; buche per le strade, piccole e grandi ma sempre 'alla grande'; lavori interrotti e mai terminati, 'alla grande'; piogge,' alla grande', purtroppo davvero. Ma, come ma, non dicono 'alla grande', quando parlano del malaffare che ha coinvolto la politica - per l'ennesima volta - nella Capitale, dopo Milano e Venezia? sino ad ora solo Roma, Venezia e MIlano, vediamo domani,. ma sempre e comunque 'alla grande'. Con una sola differenza: a Roma 'alla grande' vanno la monnezza e gli immigrati. A Milano, c'è l'EXPO, e a Venezia il Mose: altra classe.
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