Volete sapere in che situazione è tuttora l'Accademia Nazionale di Danza di Roma? Gli studenti sono in rivolta e i professori pure, ad eccezione di Fontano. Il quale è tranquillo, e che non è riuscito a capire che la presenza di Carioti in questo anno di commissariamento ha giovato all'Accademia, riportando una certa regolarità di svolgimento dell'attività didattica; e, badando solo a sé stesso - nonostante che dall'urna il suo nome sia uscito decisamente sconfitto, giacché Carioti ha avuto 66 voti su 88 votanti e lui una manciata solo di voti, oltre il suo ovviamente - ha presentato ricorso al TAR. Nessuno o quasi dei professori l'ha votato e lui per vendetta danneggia indirettamente l'Accademia stessa, quando dovrebbe rendersi conto della situazione, incassare la sconfitta e fare al meglio il suo lavoro di coreografo o ballerino, insomma quello che è.
Invece no, se ne fotte dell'Accademia - ma gli studenti non sono fessi e hanno capito il suo gioco.
Ora l'Accademia è nella situazione che ha un commissario scaduto, Carioti, e non prorogato; un direttore eletto regolarmente con un voto plebiscitario, Carioti, ma la cui nomina non è stata ratificata dal ministero, e dunque senza capo.
E il Ministero? Dovrebbe, secondo logica, provvedere alla ratifica della nomina, o a prorogare il commissariamento, con Carioti commissario, voluto in Accademia, da tutti. Gli unici che non lo vogliono sono Fontano e, a questo punto vien da pensare che non lo vogliano neanche Giannini e Mancini. Perché? Semplicemente perché prestano ascolto a quei politici - miserabili, senz'ombra di dubbio, per fortuna che sono pochi, anzi pochissimi - che oggi fingono di interessarsi alle sorti dell'Accademia di Danza semplicemente perché all'Accademia è affiancata una Fondazione, anch'essa commissariata, meglio da commissariare. Perché tanti appetiti? Perché la Fondazione è la cassaforte dell'Accademia. Ecco svelato il mistero. Ed il Ministero vuole nominare un nuovo commissario unico per l'Accademia e la Fondazione.
Da qualche giorno lo sta cercando un commissario, ma non lo trova, perché lo cerca fra coloro che nell'istruzione artistica, l'AFAM, non hanno mai messo nè il piede nè il naso e perciò più che risol verli potranno solo creare altri problemi nella scuola sull'Aventino.
Ma Giannini e Mancini, che dovrebbero avere a cuore principalmente la sorte degli studenti ed il funzionamento della scuola, pensano ad altro.
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