Se Michele nella tornata di votazioni dell'altro ieri è salito di due posizioni rispetto alla precedente tornata (12 ottobre), passando da 18 a 20, Giorgio il salto l'ha fatto grande perchè ha raggiunto 18 voti rispetto ai 10 della prima tornata. Cagli sembrerebbe ormai fuori gioco per se stesso, ma non come ago della bilancia, a seconda del candidato sul quale deciderà di far confluire i voti dei suoi fedelissimi, i quali però devono stare molto attenti a quel che fanno, ben sapendo che se vince il candidato di Cagli, Michele, le cose possono andare avanti come ora, ma se vince il nemico di Cagli, e cioè Giorgio, le cose potrebbero cambiare. I fedelissimi di Cagli sono stati omaggiati, per tenerli stretti, da incarichi dirigenziali in Accademia ben retribuiti, o addirittura dall'ammissione fra gli accademici ceciliani. Tutte queste cose dicevano le lettere alle quali abbiamo fatto spesso riferimento nei giorni scorsi, lettere di aperta censura della gestione Cagli. Ed anche di critica evidente sulla estraneità degli accademici nella gestione della loro Congregazione, al punto che finanche le elezioni si tengono con l'invio del voto per posta, cioè a dire con la totale assenza, anche fisica, degli Accademici nei momenti cruciali della attività ed esistenza di Santa Cecilia.
Per tornare ai due fratelli, ci vien da pensare, qualora vincesse Giorgio, come risponderebbe Michele ad una richiesta di ripresa radio o televisiva di suoi concerti. E ciò ci induce a concludere che, alla fine, se sarà Giorgio il vincitore, i due fratelli cominceranno a comportarsi da fratelli fratelli.
Perchè tanto la loro vita è segnata da un destino parallelo.
Apprendiamo, ad esempio, che il giorno di sant'Ambrogio, mentre il Michele conduceva le danze, pessimamente secondo noi, su RAI 5, dal foyer della Scala, Rai Storia mandava in onda un'intervista a Giorgio il quale illustrava il suo prossimo film - pardon:opera - che verrà prossimamente proiettato alla Scala, in occasione dell'EXPO, dal titolo significativo ma asfissiante CO2, dal film di Al Gore.
Altrettanto. Mesi fa quando un deputato PD romano candidava, rischiando il linciaggio, Michele ad assessore alla cultura a Roma ( Marino nominò poi Giovanna, la marinella), ad Albano, suo comune di nascita, Giorgio presentava la sua lista e la sua candidatura come capolista per le comunali, che si svolgeranno in primavera.
Ma che succederà ora? Quando Giorgio si candidava, le dimissioni di Cagli da Santa Cecilia non erano neppure immaginabili, conoscendo il suo profondo senso di attaccamento e dedizione al do- (po)tere. Adesso Giorgio, se vincerà, dovrà rinunciare ad Albano; ma come la prenderanno i suoi concittadini, ed anche alcuni supporter che, stando alle foto, hanno le sembianze di fedelissimi in RAI di Michele, inviati come spie nel campo avversario? Non pensiamo che rinunci a Santa Cecilia, pur vincitore, per seguire le orme di altri artisti prestati alla politica, come il poeta e drammaturgo, Valclav Havel
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