“Note… in Prefettura”: incontro
per ascoltare il suono dell'Anelli
Grande successo ieri sera per l’iniziativa “Note… in Prefettura”, un incontro nato per valorizzare il pianoforte Anelli presente nella Sala di rappresentanza del Palazzo del Governo. “È stata una occasione”, scrive Fabio Perrone, consulente tecnico d’ufficio presso il tribunale di Cremona, “per ascoltare i suoni di uno strumento nato a Cremona nel 1930 e ancora perfettamente funzionante e soprattutto per raccontare frammenti di storia della manifattura cremonese che, con l’Anelli, ha caratterizzato per 50 anni la storia del pianoforte in Italia.
Dopo i saluti del prefetto Antonio Giannelli, la nota introduttiva è stata curata dallo stesso Perrone che ha illustrato come, a fine Ottocento, l’Italia decise di investire nei processi industriali per conquistarsi una posizione accettabile accanto alle principali economie industrializzate europee, ma lo sviluppo non fu organico e risultò, in molti casi, atipico. Tra i fattori critici che limitarono la portata del processo possono essere ascritti l’esiguità dei capitali disponibili per l’avviamento della piccola industria, l’acuirsi del dualismo industria-agricoltura, il divario fra Nord e Sud, la concentrazione delle risorse nazionali solo su alcuni settori ritenuti strategici.
Anche nel comparto musicale, e in special modo nella costruzione degli strumenti musicali, si registrarono in quegli anni alcuni tentativi di realizzazione di impianti produttivi industriali. Cremona fu un esempio virtuoso con l’Anelli per adeguata disponibilità di capitale, proporzionate dimensioni produttive in grado di abbattere i costi fissi di produzione, accurate politiche di formazione del personale e meticoloso coordinamento delle capacità tecniche, organizzative e commerciali dell’impresa.
Questa nuova prospettiva, portata avanti con competenza e coraggio da Pietro Anelli, superò l’esperienza manifatturiera del piccolo laboratorio artigianale inaugurando un “sogno” che iniziò il 14 maggio 1918 con la Società Anonima Anelli di Cremona che ha rappresentato uno dei pochissimi casi italiani nel settore musicale che aderì al modello di sviluppo industriale nella città del Torrazzo che in quegli anni si stava timidamente aprendo alla manifattura dopo una lunga tradizione agricola e di filatura della seta.
L’avventura industriale della Anelli fu supportata dai capitali di cremonesi desiderosi di innovazione, tra i quali si annoverarono l’avvocato Ferdinando Piva, l’avvocato Giacinto Cremonesi, Oreste Mainardi e Pietro Anelli. Un’avventura industriale tutta cremonese che ha segnato mezzo secolo di produzione di pianoforti italiani, che ha formato qualificati professionisti e che, attraverso le 400 maestranze impiegate ha prodotto circa 50.000 pianoforti molti dei quali ancora perfettamente funzionanti, come quello contrassegnato dal numero di matricola 9159 presente in Prefettura a cui ha dato voce la prof.ssa Eleonora Carapella, valente pianista e docente al Liceo Musicale di Cremona, con musiche di Wolfgang Amadeus Mozart (Sonata in Do maggiore KV 330), Franz Schubert (Klavierstucke n. 2 D 946) e Aldo Finzi (Pavane).
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