martedì 18 marzo 2025

Nannette Streicher costruttrice di pianoforti, anche per Beethoven ( da Note tra le righe, di Gabriele Manco)

 Sebbene sconosciuta ai più, Nannette Streicher è una di quelle figure senza le quali il mondo della cultura musicale sarebbe stato molto più povero. È una delle cosiddette donne "dimenticate" o, meglio, i suoi successi dopo la sua morte sono stati sminuiti e misconosciuti e quindi a lungo ignorati dagli storici della musica.

 

Il padre di Nannette Streicher, Johann Andreas Stein (1728–1792), fu uno dei più importanti produttori di pianoforti in Europa, inventore della cosiddetta meccanica viennese, un principio costruttivo che si è conservato fino ai nostri giorni.

Stein riconobbe il talento di sua figlia che faceva presagire uno sviluppo degno di un prodigio musicale. Nannette iniziò ad esibirsi come cantante e pianista nel 1776 all'età di sette anni, riscuotendo grande apprezzamento. Dopo averla ascoltata Mozart scrisse di lei: “Potrà avere successo perché ha un grande talento per la musica”. Queste straordinarie doti, tuttavia, le avrebbe messe a frutto in altro modo, quando, dopo morte del padre avvenuta nel 1792, Nannette ne rilevò l'attività, diventando una delle migliori costruttrici di pianoforti in Europa.

Una donna che, con  capacità e competenza, gestiva la sua azienda in cui impiegò anche il marito, Johann Andreas Streicher sposato nel 1794; anche se molti studiosi di Beethoven, forse trovando inconcepibile che una donna del XVIII secolo potesse costruire un pianoforte, hanno trasformato Andreas nel produttore e Nannette nella sua oscura compagna.

Trasferita l’attività a Vienna, la casa dei coniugi Streicher divenne presto uno dei centri musicali più vivaci e importanti della città, frequentata da numerosi musicisti di primo piano. L'azienda si impose negli anni al punto che realizzò pianoforti per musicisti come WeberBeethovenHummel. Nella prima lettera conosciuta di Beethoven alla famiglia Streicher (in questo caso al marito di Nannette, Andreas), Beethoven elogiò il pianoforte Streicher come uno “strumento davvero eccellente”, osservando che “i meriti dei tuoi strumenti dovrebbero essere riconosciuti in questo paese e ovunque”.

Nella stessa lettera del 1796, Beethoven scrive ancora: “mi deruba della libertà di produrre il mio suono”, affermando la sua lode per i pianoforti che consentono un suono ricco e cantato. Per inciso, l'opuscolo dato agli acquirenti di pianoforti Streicher dal 1801 riprende da vicino le parole di Beethoven di critica nei confronti dei pianoforti simili ad arpa e sull'importanza di un tono di canto. È possibile ipotizzare che Beethoven abbia non solo influenzato lo sviluppo dei pianoforti Streicher, ma anche contribuito indirettamente alla commercializzazione di tali pianoforti!

 

Il rapporto con Beethoven

Il singolare e intenso rapporto che legò Nannette a Beethoven è documentao in più di sessanta lettere scritte dal grande compositore tra il 1816 e il 1818. In queste missive il musicista mette a nudo i propri sentimenti più profondi e chiede ripetutamente aiuto alla donna per affrontare le minuzie della vita quotidiana. Bisogna ricordare che in questo periodo il compositore stava attraversando una delle tante crisi che hanno segnato la sua vita. Il suo udito era peggiorato ed era in una crisi creativa. Inoltre, avendo strappato la tutela del giovane nipote alla cognata, aveva bisogno di dare l'impressione di fornire al ragazzo delle buone cure.

Fu così che Nannette assunse su di sé la gestione della casa del musicista che si rivolge alla donna con varie e disparate richieste chiedendole di prendersi cura del suo bucato, rammendare i suoi calzini e comprare generi alimentari, strofinacci e lucido da scarpe. Sempre più paranoico, era convinto che i servi "bestiali" volessero derubarlo e avvelenarlo, e che fossero in collusione con la sua cognata "immorale".

I rapporti di Beethoven con le donne furono sempre molto conflittuali e difficili. Si innamorò di graziose aristocratiche che non avrebbero mai sposato un cittadino comune, oppure sviluppò attaccamenti filiali nei confronti di donne sposate. Nannette, con il suo viso semplice e spigoloso e gli occhi da falco, non era né bella né di nobile famiglia. Ma era gentile e generosa; non a caso, il grande compositore amava definirla come il suo "buon samaritano".

Frau Streicher divenne per Beethoven, per usare l’espressione degli Sterba, “la sua materna protettrice e consigliera” a cui affidare ansie e incombenze e verso cui sviluppò nel tempo un senso di dipendenza.

 

Il ruolo di Nannette nella produzione beethoveniana

L'aiuto e il sostegno che Nannette offrì a Beethoven in questo periodo è stato significativo e merita attenzione. Sollevando il compositore da tutte le incombenze e le preoccupazioni pratiche della quotidianità, consentì al genio di Bonn di concentrarsi sulla stesura della sua più ambiziosa sonata per pianoforte, la celebre Hammerklavier. Si tratta della più ampia e complessa sonata per pianoforte scritta dal musicista tedesco.

Come scrive Maynard Solomon: “Egli aveva ricevuto da lei quelle cure materne e quel conforto di cui aveva bisogno e grazie a lei era riuscito a regredire liberamente allo stadio di figlio, allo stesso tempo in cui egli stava affermando la su capacità di essere padre”.

Nannette sopravvisse a Beethoven cinque anni, morendo nel 1833, a 64 anni. L'azienda Streicher continuò a prosperare sotto suo figlio, Johann Baptiste, e poi suo nipote, Emil, che costruì pianoforti per Brahms. Quando Emil andò in pensione, nel 1896, l'azienda chiuse.

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