mercoledì 3 luglio 2024

Mariangela Sicilia, la soprano archeologa.( da Avvenire, di Pierachille Dolfini)

 Ha iniziato cantando Mina. « In oratorio, alle feste di paese che ci sono nella mia Calabria». Pianobar e sagre tra Parole, parole, Se telefonando e Grande grande grande. « Mi ha sempre affascinato la capacità di Mina di creare un personaggio nei tre minuti che dura una sua canzone…». Oggi è una stella pucciniana. « Il mio debutto fu a Parigi proprio con la sua Bohème ». È stata Magda nella Rondine diretta Riccardo Chailly ad aprile al Teatro alla Scala. Poi Liù nella Turandot che a inizio giugno ha aperto la stagione numero 101 dell’Arena di Verona – stagione inaugurata da un concerto/show a misura di tv dove ha cantato O mio babbino caro dal Gianni Schicchi per celebrare il sigillo dell’Unesco sul Canto lirico italiano patrimonio immateriale dell’umanità. Ed ha dato voce a Mimì, la sfortunata protagonista della Bohème, nel concerto di venerdì scorso a Lucca diretto da Riccardo Muti e trasmesso in mondovisione, cuore delle celebrazioni del centenario della morte del compositore toscano. « Unico nel creare personaggi femminili così complessi e profondi, così veri. Personaggi che amo interpretare… come quelli delle canzoni di Mina». Mariangela Sicilia ha un’agenda pucciniana per tutto il 2024. « A fine mese sarà ancora Mimì nella Bohème al Macerata opera festival» racconta il soprano, originaria di Marzi, novecento anime in provincia di Cosenza. Riccardo Muti, Antonio Pappano, Michele Mariotti le bacchette che l’hanno diretta. Graham Vick, che con lei creò la Boheme al Comunale di Bologna, Robert Carsen, Damiano Michieletto i registi con i quali ha lavorato. La Scala e il Bolshoi, Berlino e pechino, Napoli, Firenze e Torino i teatri che frequenta. « E tra una prova e l’altra corro a Roma per gli scavi archeologici al Palatino».

Scavi archeologici, Mariangela Sicilia?
«Sì. A scuola sono sempre stata brava. Mi piaceva l’arte, ma anche la matematica, la scienza e la chimica. Pur sapendo con certezza che la musica sarebbe stata la mia vita ho pensato di iscrivermi ad un corso di restauro. Anche per assecondare la mamma che ha sempre detto: Va bene cantare, ma serve anche un paracadute… Così approfittando dello stop forzato che il Covid ha imposto a noi artisti mi sono iscritta al corso di laurea magistrale in Archeologia all’Università La Sapienza di Roma. Una disciplina che analizza scientificamente l’arte. Le mie passioni. Ho scavato a Creta e al Palatino, nella squadra del professor Paolo Carafa. Una bellissima passione. Perché la musica mi prende il 90% della vita».
E quando è nata la passione per il canto?
«Prestissimo. Direi che è innata. Ci sono dei video di me alle recite della scuola materna, a tre anni, che canto a squarciagola. In famiglia non ci sono musicisti, solo il nonno suonava il mandolino. Crescendo ho scoperto Mina e mi sono appassionata nella sua voce, al suo modo di interpretare, di essere un personaggio in ogni sua canzone. Cantavo nelle piazze, alle feste e così qualcuno suggerì a mia mamma di farmi studiare».
Studi pop?
«Non esattamente. Prima lezioni private, poi mi sono iscritta al Conservatorio Giacomantonio di Cosenza. Ho studiato pianoforte per cinque anni frequentando anche le lezioni di canto corale. A 15 anni ho deciso di spostarmi sullo studio del canto. E mi sono diplomata. Ma ero affascinata anche dalla recitazione, dall’interpretare, dal mettermi nei panni di qualcun altro. Tanto che ho anche pensato di frequentare un’accademia di recitazione. Per un po’ ho fatto parte anche di una compagnia amatoriale di prosa. Poi la musica mi ha assorbito completamente… ma essendo una cantante lirica posso sfogare questa mia passione sul palcoscenico».
Quando ho capito che la musica sarebbe diventata la sua professione?
«L’ho sempre sentito, l’ho sempre pensato, non poteva essere il con-trario. Non ho mai pensato alla musica come ad un hobby. Perché vivo questa mia professione più che come una passione che è diventa una lavoro, come una vocazione. La svolta è stata sicuramente nel 2014 quando è arrivata la vittoria al concorso Operalia di Placido Domingo. L’edizione di quell’anno si svolgeva a Los Angeles ed io ero l’unica italiana in gara».
Subito il debutto con Puccini e Bohème a Parigi. Si sente un’interprete pucciniana?
«Mi sono avvicinata all’opera perché mi piace interpretare. E Puccini è l’anticamera del cinema. Nella sua scrittura non c’è divisione tra recitativi e arie, ma il racconto è un tutt’uno, una musica di conversazione, un flusso continuo come in una pellicola che cammina dall’inizio alla fine. Per me entrarci dentro è molto intuitivo, lo sento molto vicino al mio modo di esprimermi».
E che altri autori ama?
«Mozart, per lo stesso motivo di Puccini. È interessante vedere come nel corso dei secoli il recitar cantando si sia evoluto, bilanciando sempre meglio il peso tra musica e parola. Il Novecento è esemplare, ma Mozart è stato un pioniere, pensiamo alla perfezione del teatro nella trilogia di Da Ponte con Don Giovanni, Nozze di Figaro e Così fan tutte».
Regie tradizionali o regie moderne?
«Direi regia intelligenti, che mi offrono motivi validi di interpretazione per capire la modernità di un’opera. Per me la lirica è portatrice anche di un messaggio sociale, non è solo bellezza formale, che pure va assaporata. Dunque regie che parlino al nostro tempo».
Ascolta le cantanti del passato? Chi la ispira?
«Amo tutti i soprani lirici, Anna Moffo, Mirella Freni, Katia Ricciarelli, Daniela Dessì. Le ascolto e cerco di trarre qualcosa da ciascuna di loro».
Che musica vorrebbe cantare di più?
«Quella francese, la trovo adatta alla mia vocalità, un mix di fuochi d’artificio e scavo drammatico nei personaggi. Penso a Faust o Romeo et Juliette di Gounod o a Thaïs di Massenet».
Tante carriere oggi durano una manciata di anni, come non bruciarsi subito?
«Dicendo tanti no. La carriera si costruisce sui no piuttosto che sulla collezione di ruoli. La tentazione di dire sì a personaggi che sogni di fare c’è, inutile negarlo, però bisogna dire sì al momento giusto, quando la maturazione vocale e interpretativa è al giusto livello per avere anche una buona credibilità sul palco».
A chi deve dire grazie?
«A tanti, iniziando dalla mia famiglia. Ma forse soprattutto a chi mi ha giudicata in modo negativo. Perché si cresce non beandosi nel sentirsi dire quanto sei brava, ma lavorando sulle cose da migliorare».

La Lega per la maternità 'surrogata' chiedeva carcere e multa milionaria. L'opposizione chieda carcere e multe milionarie per Salvini, ogni volta che apre bocca e fa il male del Paese

 




L'emendamento, presentato dal capogruppo Massimiliano Romeo, prevedeva una ulteriore stretta con il carcere fino a 10 anni e una multa fino a 2 milioni di euro. Trasformato in ordine del giorno l'altro emendamento di Romeo, accantonato in precedenza, con la definizione del reato. L'esame del provvedimento proseguirà mercoledì mattina.

 

Il centrodestra si è spaccato al Senato sul disegno di legge contro la maternità surrogata. L'emendamento della Lega, che chiedeva un inasprimento delle pene, è stato bocciato in Commissione Giustizia. A votare contro sono stati i senatori di Fratelli d'Italia e Forza Italia, oltre a tutte le forze di opposizione. A favore solo due senatori leghisti. Il partito di Matteo Salvini aveva deciso di non ritirare la proposta e di metterla ai voti, nonostante il parere contrario espresso dal relatore e dal governo.

Novara. Premio Cantelli di direzione d'orchestra. Selezionati i 18 semifinalisti. Finali a ottobre a MIlano

Nuova musica e diciotto direttori a Novara

SELEZIONATI I 18 SEMIFINALISTI DELLA XIII EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE DI DIREZIONE D’ORCHESTRA “GUIDO CANTELLI”

15 le Nazioni rappresentate provenienti da 4 continenti

È Variazioni Sinfoniche di Gianluca Piombo il brano vincitore della Call per compositori

Fase eliminatoria e semifinale: Milano, Auditorium Fondazione Cariplo, 3-5 ottobre 2024

Finale: Novara, Teatro Coccia, 6 ottobre 2024

Nel giorno della Festa musica, 21 giugno, il Premio internazionale di direzione d’orchestra “Guido Cantelli” di Novara guarda al futuro annunciando i 18 finalisti, selezionati fra i 241 candidati (il numero più alto della storia del Premio) che hanno fatto pervenire le proprie domande da tutto il mondo. I direttori d’orchestra selezionati provengono da 4 continenti e rappresentano 15 diverse Nazioni: Italia, Russia, Colombia, Gran Bretagna, Svizzera, Olanda, Svezia, Germania, Spagna, Brasile, Stati Uniti, Israele, Corea del Sud, Perù e Australia.

XII EDIZIONE PREMIO INTERNAZIONALE DI DIREZIONE
D’ORCHESTRA “GUIDO CANTELLI”
Elenco dei candidati selezionati
Sergey Akimov – 34 anni, Russia
Sebastian Almanzar – 29 anni, Colombia
Giovanni Conti – 28 anni, Italia
Matteo Dal Maso – 26 anni, Italia
William Dutton – 29 anni, Gran Bretagna
Anthony Fournier – 30 anni, Svizzera
Leon Frantzen-Malesani
Gustav Karl Magnus Fryklund
Luka Hauser – 26 anni, Germania
Daniel Ros Hernández –
Aram Khacheh – 27 anni, Italia
Richard Octaviano Kogima
Mason Lubert – 34 anni, USA
Giacomo Pomati – 26 anni, Italia
Ilya Ram – 33 anni, USA/Israele
Min Gyu Song – 31 anni, Sud Corea
Dayner Aldair Tafur-Díaz
Toby Thatcher – 35 anni, Australia/Gran Bretagna
Biografie dei semifinalisti

Giurie

I finalisti della XIII edizione, tutti compresi fra i 25 e i 35 anni, sono stati scelti sulla base di esibizioni registrate in video dal direttore d’orchestra Riccardo Frizza, Consulente artistico del Premio Cantelli, e da Didier De Cottignies, Responsabile artistico dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo. Tutti hanno già all’attivo esperienze di lavoro significative, inizi di carriera con orchestre e direttori internazionali.


«Il Premio “Guido Cantelli” – dichiara Corinne Baroni, Direttrice del Premio – mira a superare la concezione tradizionale del concorso per direttori d’orchestra, focalizzato principalmente sulla competizione e sulla tecnica. Aspira invece a diventare un manifesto di valori capaci di ispirare le nuove generazioni di giovani, che si riconoscono in concetti quali passione, determinazione e tolleranza. Con candidati provenienti da oltre trentacinque nazioni, tra i quali è selezionata la rosa di questi diciotto presentati oggi, la XIII edizione del Premio Cantelli si afferma come una vetrina di eccezionale rilevanza internazionale, dove i giovani talenti possono esprimersi ed ispirare, contribuendo così ad arricchire il patrimonio culturale globale. Il Premio Cantelli è fonte di bellezza e di armonia, un luogo dove uomini e donne di tutto il mondo possono alimentare quella spirale virtuosa che eleva l’arte e la cultura a beneficio di tutti».

In autunno le prossime tappe verso la scelta del vincitore del Premio Cantelli, concorso che si pone come uno tra i più autorevoli per la direzione d’orchestra, con un montepremi che ammonta a 33.000 euro totali. Nel dettaglio la fase eliminatoria e la semifinale si terranno a Milano dal 3 e al 5 ottobre, presso l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, sede della Fondazione Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, partner del Premio Cantelli. I candidati saliranno sul podio proprio di questa compagine che sarà protagonista anche del concerto finale in programma domenica 6 ottobre alle 18.00 al Teatro Coccia di Novara (vendite dei biglietti già aperte sul sito della Fondazione Teatro Coccia al link https://www.fondazioneteatrococcia.it/stagione-2024-concerto-finale-cantelli.html).


Nel corso della XIII edizione del Premio Cantelli è nata una nuova iniziativa a sostegno del Premio, mirata a garantire la continuità e l’eccellenza artistica della competizione. Il gruppo dei Patron del Premio Cantelli, composto da mecenati che non solo finanziano il Premio, ma ne custodiscono attivamente l’eredità culturale. La loro missione è promuovere l’arte e la cultura come elementi vitali della società e garantire la sostenibilità a lungo termine del Premio. Ogni Patron riceverà un riconoscimento tangibile con una targa nel Foyer del Teatro Coccia, simboleggiando il loro ruolo fondamentale nella storia del Premio e della città di Novara. I Patron si impegnano a mantenere viva la memoria di Guido Cantelli, contribuendo significativamente alla crescita culturale e artistica della comunità.

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Nei giorni scorsi è stato inoltre selezionato il brano vincitore della Call per compositori del Premio Cantelli 2024: la commissione tecnica, presieduta dalla direttrice Corinne Baroni e composta dai compositori Federico Biscione, Alberto Cara, Cristian Carrara, Marco Taralli e dal direttore d’orchestra Alessandro Calcagnile, ha esaminato le 66 partiture (anche questo un numero record del 2024) pervenute da ogni parte del mondo e ha decretato all’unanimità vincitore il brano Variazioni Sinfoniche di Gianluca Piombo, compositore classe 1995 di Adria.

Questa la motivazione della commissione: «La selezione del brano di Gianluca Piombo è stata fatta in considerazione delle peculiarità tecniche ed estetiche mostrate nella partitura ma ancor più in considerazione della migliore rispondenza alla tipologia di lavoro sinfonico che il Teatro Coccia di Novara ha inteso commissionare affinché fosse idoneo all’inserimento nel programma di selezione di un Concorso per Direttori d’orchestra».

Il brano farà parte del programma del concerto del 6 ottobre che prevede inoltre l’esecuzione della Sinfonia n. 3 in Fa maggiore op. 90 di Johannes Brahms, del poema sinfonico Don Juan di Richard Strauss e dell’Ouverture da I vespri siciliani di Giuseppe Verdi. La call per compositori è sostenuta dal Rotary Club Novara e da Itof.

I premi che saranno assegnati durante la finale del 6 ottobre saranno: Primo premio da 12.000 euro offerto da CM – We design Experience; Secondo premio da 8.000 euro offerto da Techbau; Terzo premio da 5.000 euro offerto dalla Fondazione Banca Popolare di Novara; Premio Giuria della Critica da 2.000 euro patrocinato da Stangalino Costruzioni; Premio Giuria delle Agenzie pari a 2.000 euro promosso da Righetti Mobili; Premio della Città da 1.500 euro patrocinato dal Comune di Novara; Premio Giuria Amici del Teatro Coccia da 1.500 euro offerto dagli stessi Amici del Teatro Coccia; Premio Giuria giovani – Empatia da 1.000 euro offerto da Itof. Infine sarà assegnato il Premio dell’Orchestra con cui i professori dell’Orchestra Sinfonica di Milano eleggeranno il candidato per loro più meritevole.

La Giuria principale del premio è presieduta da Günter Neuhold, direttore d’orchestra di fama internazionale, decano della scuola austro-tedesca; con lui altri due protagonisti italiani della scena operistica e concertistica come Riccardo Frizza (Artistic Advisor Premio Cantelli, Direttore musicale della Hungarian Radio Symphony Orchestra e Art Group – HRSO; Direttore musicale del festival Donizetti Opera di Bergamo) e Corrado Rovaris (Jack Mulroney Music Director della Philadelphia Opera Company), e alcuni esponenti di prestigiose istituzioni concertistiche come Numa Bischof Ullmann (Sovrintendente della LuzernerSinfonieorchester; Sovrintendente e Direttore artistico del Festival “Le Piano Symphonique” di Lucerna con Martha Argerich “pianiste associée”), Mauro Bucarelli (Segretario artistico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia), Didier de Cottignies (Responsabile artistico dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo) e Cristina Rocca (Vicepresidentessa The Richard and Mary L. Gray Chair della Chicago Symphony Orchestra Association – artisticadministration).


 

www.premiocantelli.it 

Campioni della Maturità 2024. Figli e nipoti del ministro Sangiuliano ( da Leggo, di Lorena Loiacono)

 


Maturità 2024, gli strafalcioni memorabili: la Divina Commedia di... Garibaldi. I bambini del Fascismo? I piccoli barilla

Pirandello ha vinto l’OscarGaribaldi ha scritto la Divina Commedia. Ma c’è di più: il Duce era comunista e i giovani al tempo del Fascismo erano tutti piccoli... barilla, tutti al dente quindi. 

Purtroppo è decisamente lunga la galleria degli orrori usciti fuori durante i colloqui dell’ultima maturità dove i candidati, un po’ per la tensione e un po’ per impreparazione, si sono lasciati andare a strafalcioni memorabili. Da segno blu scuro. A raccoglierli è, come ogni anno, il sito per studenti Skuola.net che riporta quelli più incredibili. Spiccano errori sempre verdi ma anche nuove “perle” tutte da ascrivere nel “bestiario” della maturità.

 

ITALIANO DA INCUBO

I commissari di italiano saranno rimasti sicuramente spiazzati dalla notizia che Pirandello ha vinto l’Oscar per la letteratura, si pensava solo il Nobel e invece ha preso anche la più ambita statuetta del cinema. 

Giovanni Verga era “progressista” e D’Annunzio un “estetista”: l’abilità con capelli e unghie di D’Annunzio, l’esteta, deve essere un pallino fisso dei maturandi visto che si tratta di uno egli errori più ricorrenti. La siepe de “L’Infinito” di Leopardi in realtà era “un cespuglio” e il poeta pessimista ha perso anche la sua “A Silvia”, passata di diritto nelle mani di Petrarca, anzi no di Giovanni Pascoli l’autore del “X Agosto” che in realtà si legge “Per Agosto”. Del resto Pascoli, per alcuni, era un pittore. C’è da perderci la testa. Ma non basta perché dai sondaggi di Skuola.net si scopre anche che il Decameron è stato scritto da Dante che, a sua volta, ha perso però la paternità della Divina Commedia, che sembrerebbe essere stata scritta addirittura da Giuseppe Garibaldi.

 

STORIA QUESTA SCONOSCIUTA

Durante il Fascismo i ragazzini erano i “barilla”, proprio come la nota marca di pasta italiana, e Mussolini era comunista considerando anche che l’Italia tra il ‘39 e il ‘45 era sotto l’influenza comunista. Gli ebrei venivano deportati nei campi di concentrazione e l’olocausto è stato portato avanti dai russi. Le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki sono state sganciate durante la Prima Guerra Mondiale e il Muro di Berlino è caduto nel 1948. La Costituzione Italiana? Qui scoppia la testa: è del 1968.

 

IMPARA L’ARTE

 Non si salva proprio nessuno: il celebre dipinto “Guernica” è un’opera a colori dell’artista Paolo Picasso, che per l’occasione è stato anche ribattezzato in italiano. Per gli amici Paolo.