Le dimissioni di Milena Gabanelli dalla Rai, a seguito del rifiuto del direttore generale di accordarle l'insediamento nell'incarico indicato da Campo Dall'Orto, dopo aver abbandonato Report, la sua più illustre creatura, non è che l'ultimo atto di una amministrazione che ha controfirmato un contratto principesco per Fabio Fazio, avallato il passaggio di noti giornalisti dall'esercizio della professione propria a quella di intrattenitori; offerto alla coppia delle sorelle Gori-Parodi la conduzione di Domenica in che fa acqua da tutte le parti- ma per le quali il marito di entrambe, Giorgio Gori, assicura che miglioreranno in futuro; e non in una prossima trasmissione, una volta traslocate da Domenica in, come si va vociferando e molti, all'interno della Rai, si augurano, magari facendole tornare sia l'una che l'altra alle precedenti vite lavorative: per una delle quali sono i fornelli, per l'altra, una nuova e forse migliore, come 'consorte' del Gorì sindaco o governatore. E poi, l'uscita di Giletti dall'Arena domenicale, che nelle passate stagioni ha fatto registrare a Rai 1 ascolti molto lusinghieri, adducendo pretestuosamente la ragione che la domenica al pubblico deve essere risparmiato ogni pensiero; per finire, alla Gabanelli alla quale qualunque proposta è stata bocciata, con la scusa che non è stato ancora definito il contratto di servizio e la ridiscussione generale del piano dell'informazione in Rai.
E il Consiglio di amministrazione sta a guardare, non intende dimettersi - tanto scadrà a luglio a elezioni avvenute; ma anche a nuovo governo insediato? questo non si può sapere.
Intanto il più chiacchierone dei consiglieri fa conoscere la ragione delle sue mancate dimissioni: vigilare sulla regolarità dell'informazione Rai nel periodo preelettorale, che significa da domani, visto che dopo l'approvazione della legge finanziaria, il governo ha di fatto concluso la sua missione.
Da molte parti, di questa restaurazione o involuzione in Rai si attribuisce la responsabilità all' ex - e futuro ? - premier, Renzi, causa di tutti i mali italiani, compreso il suggerimento all'orecchio del direttore generale delle avventate e pasticciate soluzioni dei casi Giletti, Parodi, Gabanelli.
In tutti questi casi, non si capisce fino in fondo se è stato Renzi ad influire (dettare, anche?) sulle discutibili ed assai discusse decisioni assunte in Rai, o se chi le ha assunte lo abbia fatto autonomamente. La seconda ipotesi molti la scartano a priori per il semplice fatto che chi ha assunto simili decisioni, con l'avallo del CDA che assiste placido e inerte alla involuzione in Rai, con la perdita di ascolti che si sta facendo preoccupante, facendo notare che la nomina dell'amministratore è stata sostenuta ( imposta?) e benedetta dall'ex - e futuro? chissà - premier, come spera il diretto interessato, Renzi.
Fino a quando non si romperà questo filo diretto che lega la politica agli amministratori, incaricati talvolta anche a dispetto ed in assenza di specifica professionalità, non dimostreranno la propria capacità di governo e l'esercizio della medesima in totale autonomia, assisteremo all'autodistruzione di aziende che ben altri destini meriterebbero e potrebbero perseguire e raggiungere, Rai inclusa.
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