sabato 18 novembre 2017

Vincenzo Bellini. Pubblicato l'epistolario in edizione critica


Finalmente, dopo il ricco epistolario di Beethoven, e l'altrettanto ricco di Mozart, e dopo il primo volume dell'epistolario di Puccini, che si annuncia monumentale - del quale, però, abbiamo messo in passato in evidenza alcune lacune di ordine testuale ma anche metodologiche:: mancano alcune lettere perché gli eredi non ne hanno autorizzato la pubblicazione, e mancano anche le lettere indirizzate a Puccini, come si usa fare in ogni epistolario che si rispetti, e che dovrebbe comprendere corrispondenza in uscita e in entrata, anche quando il lavoro di ricerca si presenti insormontabile e faticosissimo, quasi impossibile – arriva, dallo stesso editore dell'epistolario di Puccini, il fiorentino Leo S. Olschki, l'epistolario di Vincenzo Bellini (Vincenzo Bellini. Carteggi Pagg. 618. Euro 76) in edizione critica, curata da Gabriella Seminara, che del musicista catanese è fra le studiose più note e apprezzate.

Paragonato agli epistolari appena citati, quello belliniano, che appare, in fondo, assai esiguo - 517 lettere di Bellini o a Bellini - le prime diversificate dalle seconde, attraverso il diverso carattere tipografico: quelle spedite da Bellini in 'tondo', e quelle ricevute in 'corsivo' - non si può dire che abbia richiesto meno lavoro alla curatrice, sia perchè ogni epistolario presenta sempre qualche problema tutto suo, che va risolto, indipendentemente dalla mole dei documenti, sia perchè quello di Bellini ne ha di particolari.

La Seminara ha dovuto condurre un accanito esame di ripulitura, diciamo così, considerando che uno dei suoi corrispondenti, anzi quello più ricorrente è quel Florimo, suo amico e biografo, il quale come spesso accade agli zelanti che si propongono di salvaguardare la memoria di qualcuno, pensò qualche volta di 'reinterpretare' le lettere di Bellini, talaltra di distruggerne alcune, ed altre volte ancora di inventarne di sana pianta.
Lo studioso, in questo caso, è costretto a smascherare tale azione finalizzata alla santificazione del personaggio, che a distanza di tempo si rivela inutile e controproducente, per restituircene l'immagine sua 'originale', diciamo così.
L' edizione critica, nel nostro caso di un epistolario, deve restituire al momento in cui viene realizzata, l'intero corpus documentario conosciuto, ripulito di ogni presenza spuria o anche falsa, e nella veste più vicina all'originale.

La Seminara ha da tempo affrontato tali problemi avendo curato a più riprese la pubblicazione di lettere belliniane; nel difficile e lungo lavoro, ha acquisito tutti gli strumenti, affinati nel tempo, per dare a Bellini ciò che è di Bellini; e aggiungeremo, a Florimo quel che è di Florimo.

A questo punto la ricerca sull'epistolario belliniano si può dire conclusa e perciò acquista valore definitivo l'edizione critica appena uscita. Salvo che il futuro non riservi qualche sorpresa come è accaduto a Giuseppe Verdi , la cui
corrispondenza con Cammarano, già pubblicata da Ricordi, a cura dell'Istituto nazionale di studi verdiani di Parma, a seguito della comparsa di 36 lettere saltate fuori ad un'asta londinese e acquistate dallo Stato, necessita di una corposa aggiunta con il relativo esame e raffronto con le precedenti.
L'epistolario di Bellini si completa, oltre che con l'introduzione, con tre preziosi indici ( quello dei nomi, quello delle lettere in ordine cronologico, con l'annotazione del mittente , del destinatario, luogo e data, e un terzo con l'indice delle opere belliniane citate).

Nel 'carteggio' Bellini ci racconta, in prima persona, la sua vita, i suoi rapporti con editori, librettisti, interpreti, impresari, ci fa conoscere le sue idee sulla musica e sull'opera; i diversi pareri e giudizi, alcuni affatto teneri, verso colleghi; e molto altro ancora sul mondo del melodramma ed anche sulla politica - Bellini tenne rapporti, a Parigi, con diversi esuli italiani. Anticipiamo soltanto che è vario, ricco e sorprendente per il lettore, studioso o appassionato di musica, e di quella belliniana in particolare.


Il lettore è introdotto nei 'carteggi' da uno scritto della Seminara, la quale, dopo aver citato 'i padri' della edizione critica alla quale ha lavorato, da Florimo ai più recenti - e che non sono pochi - illustra lo stile epistolare di Bellini, descrive la sua poetica, fa cenno alla sua biografia, e infine alle personalità, fin dove possibile, dei destinatari della sua corrispondenza.

Nessun commento:

Posta un commento