mercoledì 22 novembre 2017

Con Dario Franceschini ed il suo ministero ci risiamo

Domenica scorsa, a 'Non è l'Arena' de La 7, condotta da Giletti, il ministro Franceschini che,  inseguito da una giornalista del programma aveva tirato avanti, senza rispondere alle domande sull'ecomostro del Palatino ( innalzato per consentire che andasse in scena quel capolavoro del 'Divo Nerone'), ha sentito il bisogno di intervenire telefonicamente in diretta per dire che lui non si tira indietro e non rigetta le responsabilità sue e del proprio dicastero, quando responsabilità esistono.
 Come nel caso dell'ecomostro di acciaio costruito su uno dei luoghi più sacri della nostra storia.

Il disastro sotto gli occhi di tutti ha molti padri. Innanzitutto i dirigenti del Ministero che dalla visione del progetto non hanno capito l'effettivo peso della sua realizzazione; poi i tecnici che, una volta approvato il progetto, non sono mai andati sul Palatino a vedere come procedevano i lavori - avrebbero potuto intervenire e porre immediatamente rimedio alle irregolarità; poi i tecnici del Comune che con molto ritardo concedono l'autorizzazione per lo spettacolo 'pubblico' e gli altri che non controllano in tempo i decibel degli impianti di amplificazione, e poi  tutti quelli che rassicurati dalla presenza di nomi altisonanti fra gli artefici dell'opera 'rock' si sono fidati ciecamente, e solo il giorno del debutto hanno potuto constatare lo schifo , la pochezza e la volgarità di quello spettacolo.

E il produttore ? Le sue responsabilità sono ininfluenti? No, certamente, ma non è che l'ultimo anello della catena che se fosse stata costruita a dovere e in tempo utile, avrebbe potuto esigere anche a lui efficienza e ubbidienza alle regole. Insomma un pasticcio al quale hanno contribuito in molti. Tutti con la medesima dose di colpa, perchè quella prima volta del Palatino ed il soggetto storico importante avrebbe richiesto maggiori responsabilità, competenza e immediatezza di intervento.

Adesso tutti hanno fatto causa a tutti. Come andrà a finire? Si saprà chissà quando. Resta solo quel mostro di ferraglie che il Ministero dovrà smontare, ma ci vorranno tempo e soldi; forse per Natale si riuscirà.
 Quel mostro  allora sparirà, mentre tutti gli artefici colpevoli del pasticcio RESTANO TUTTI AL LORO POSTO.  Dai dirigenti di Francechini, che sono, se ben ricordiamo, Prosperetti, Galloni... a quelli di Bergamo (l'assessore comunale che  ha voluto fare un dispetto a Franceschini per l'istituzione di quel parco speciale del Colosseo, che lui e la sindaca Raggi non condividono) come il sovrintendente Comunale,  Parisi Presicce.

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