Il Consiglio Comunale e l'Accademia Filarmonica di Bologna, dove Verdi pensava di far eseguire la Messa in onore di Rossini - accolsero l' idea; successivamente nacque un comitato (formato da Lauro Rossi, Alberto Mazzucato e Stefano Ronchetti-Monteviti) con Giulio Ricordi segretario. Il comitato scelse i compositori ed assegnò loro precisi compiti; Angelo Mariani, che accettò di dirigerla, fu coinvolto anche nelle commemorazioni per Rossini svoltesi a Pesaro, città natale di Rossini, nell'agosto 1869. Verdi non volle parteciparvi. Mariani espresse disappunto per quella assenza. La composizione della parte riservata a Verdi fu terminata nell'estate del 1869, e consegnata a Ricordi il 21 agosto.
Intanto la Commissione nata per le solenni onoranze funebri in onore di Rossini, nel primo anniversario della sua morte, da tenersi nella città di Bologna, sua seconda patria italiana, aveva chiesto all'impresario del Teatro Comunale di Bologna, Luigi Scalaberni, di mettere a disposizione i solisti, l'orchestra ed il coro, in vista della prima del 13 novembre.
Il 6 ottobre, Scalaberni rifiutò per motivi commerciali, poiché - a suo dire - tale situazione avrebbe compromesso l'andamento della stagione lirica del suo teatro. Le autorità municipali, poi, suggerirono di rinviare le commemorazioni a dicembre, dopo la stagione lirica.
Verdi contestò tale ritardo, anche per via di un suggerimento del comitato (intenzionato a spostare la prestazione a Milano). In una lettera dal 27 ottobre 1869 a Ricordi, Verdi si scaglia contro i ritardi e il trasferimento, accusando di tutto il direttore Mariani: "Chi sarebbe il conduttore a Milano? Non può e non deve essere Mariani".
L'esecuzione della composizione, completata entro l'estate del 1869, fu poi annullata. Il manoscritto, successivamente, cadde nell'oblio. e finì nell'archivio di Casa Ricordi, da dove è stato riesumato non molti anni fa, quando fu ripreso ed eseguito - unica esecuzione prima di quella dei prossimi giorni a Milano - da Helmut Rilling.
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