Egregio
sig. Casamorata
Ammiro Rossini anch'io al par d'ogni altro, ed alla
sua morte intesi dimostrarlo, proponendo a diversi maestri di
comporre una Messa
da Requiem
da eseguirsi al primo anniversario della sua morte. Quel progetto non
si è potuto disgraziatamente realizzare, non per colpa dei maestri
destinati a comporre, ma per incuria o malvolere di altri. Ora
domando io, a che gioverebbe che io fossi Presidente, o vice, od
Onorario ecc? Oltre ad essere in questo momento ingolfato in una
farragine di affari, completamente estranei alla musica, trovo che il
posto di Presidente effettivo ed Onorario è da lei egregiamente
rappresentato, né fa mestieri di pensare ad altri. Gli è perciò
che sarei ben lieto, ch'Ella volesse, dirò così, di buona voglia
accettare le mie scuse ed esonerarmi da questo onore.
Con
Lei so che è inutile pregare perché questa lettera non sia resa di
pubblica ragione, ma valgano di scusa il fatto che altre volte per
consimili occasioni, e proprio in Firenze, fu pubblicata un'altra
mia, alterandola e facendovi commenti che non erano né seri né
convenienti. Rinnovandole le mie scuse, mi dico colla più profonda
stima. Dev.mo G. Verdi. (Lettera
di Giuseppe Verdi a Casamorata, Presidente del Comitato per le
solenni onoranze a Rossini, in occasione della traslazione della sua
salma da Parigi a Firenze.1878,16 giugno)
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