mercoledì 8 novembre 2017

Riccardo Chailly dichiara di voler liberare la musica dai luoghi comuni. Quali? Nel frattempo, perchè non evita inesattezze e falsità?

Il Messaggero, di qualche giorno fa, a firma Rita Vecchio, titolava così l'intervista a Riccardo Chailly, dopo il suo primo anno ufficiale da 'direttore musicale' della Scala: Libero la musica dai luoghi comuni.  

Quali siano questi luoghi comuni del liberatore Chailly sinceramente lui non l'ha detto o noi non lo abbiamo capito. A meno che lui non si riferisse all'esecuzione della Messa da requiem per Rossini in programma ( scoperta ed eseguita in Germania  anni fa), allo Chenier che inaugura la stagione a Sant'Ambrogio, o al Puccini che ha voluto riportare in abbondanza, dopo l'ingiusta astinenza del periodo Lissner-Barenboim.

Che altro? La riproposta della Gazza ladra di Rossini che dopo il suo battesimo milanese, giusto 200 anni fa, non era stata più rappresentata? Che disonore!
 Sì, Chailly sta riportando la musica italiana alla Scala, per non distruggere quella tradizione operistica che ha fatto nel mondo, della Scala e della scuola italiana un punto di riferimento. Vero, ma quali sono i luoghi comuni dai quali vuole liberare la musica?

 Forse dovrebbe lui liberarsi da luoghi comuni e falsità, come quella relativa al 'successo de La Gazza a causa degli  ascolti tv' - come ha dichiarato. Chailly non ricorda o finge di non ricordare che quegli ascolti su Rai 5 sono stati disastrosi - appena 74.000 telespettatori, con uno share drammatico:0,3% .

Se la vera novità della gestione Pereira-Chailly sta nella riproposta qua e là di titoli non frequenti o nella riscoperta di musiche dimenticate o ritenute perdute (come nel caso della Messa da requiem per Rossini o dello Chant funèbre di Strawinsky), Chailly sa bene che ogni istituzione che si rispetti, nel mondo, lo fa normalmente. Dunque dove starebbe la vera grande novità, e quale luogo comune  che egli voglia abbattere o che abbia già abbattuto?

 Per solidarietà professionale, passiamo sopra le imprecisioni e la sciatteria redazionale della collega che l'ha intervistato. Qualche perla ci sia consentita:
- Chailly " dirige la sua bacchetta nel bifronte sinfonico e orchestrale".
-" La sua tournée ha scompaginato gli schemi: un repertorio insolito, diverso quasi ogni sera e senza l'uso di fondi pubblici ( ?). Lei è un maestro un pò fuori le righe"
- "Anche la Messa per Rossini (oltre il ritrovato Chant funèbre di Strawinsky,ndr.)... Come riesce a districarsi fra tutti questi impegni?" Quali impegni?
Chailly risponde, senza che nessuno, stando alla domanda, gliel'abbia chiesto:  " non è un'abilità. La direzione del Festival di Lucerna, della Filarmonica e  dell'Orchestra della Scala ..."

 La prossima volta più attenzione, e Lei maestro Chailly, non dica falsità o cose avventate.

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