domenica 12 novembre 2017

Roma. Sovrintendenti statale e comunale 'cecati' da tutti e due gli occhi

La storia dell'opera rock 'Divo Nerone', per la quale la produzione era riuscita a mettere insieme un gruppetto di nomi altisonanti, è finita male, molto male. Anzi con un disastro.

Il sovrintendente statale, Prosperetti, che aveva autorizzato  lo spettacolo, destinandolo ad uno dei luoghi più sacri della romanità, il colle Palatino - ed era la prima volta che un sito di rinomanza mondiale ospitava uno spettacolo discutibile - aveva dichiarato quando, dopo le prima recite, si capì che il suo destino era disastroso, che quando aveva dato il benestare alla operazione, non aveva capito  quale impatto avrebbe avuto nel Foro romano, oltre naturalmente a non aver capito nulla del tipo di spettacolo che andava ad autorizzare. Verrebbe da domandargli se c'era qualcosa che egli avesse capito, e che avrebbe dovuto e fosse in grado di capire.
Quando vide per la prima volta l'installazione abnorme ed invasiva, si meravigliò e si scusò come un qualunque allievo scoperto a copiare dal vicino di banco alle elementari.

Lo spettacolo - osceno, banale, dozzinale ed anche sacrilego per il luogo! - chiuse anzitempo e si pose il problema di smontare quell'enorme palco ( che nel punto più alto ha una copertura alta trenta metri circa) e relativa platea, di tremila posti circa - se non andiamo errati.  Verrebbe anche da chiedere a Prosperetti se si sia mai recato, durante l'allestimento, sul Palatino, come avrebbe dovuto e non ha fatto. La produzione promette dopo l'ingiunzione statale che smonterà il palco, ma passano i giorni, le settimane ed anche più d'un mese e il palco e la platea sono ancora lì.

 Si muove la dott. Galloni, se del Ministero o di qualche altra struttura interessata al caso fa lo stesso,  - che poi  è la stessa dirigente che fu ospite anni fa di una festa in villa sull'Appia antica e certamente visitò la antica cisterna sottostante la moderna piscina all'aperto,  e vanto degli attuali proprietari, ma tacque mentre avrebbe dovuto denunciare la cosa ai suoi superiori - la quale decide che la struttura va comunque smantellata ( sono trascorsi già sei mesi circa e sta ancora lì) e, intanto essendo la produzione dello spettacolo inadempiente, provvederà il Ministero che poi si avvarrà sulla ditta ( ma come si sa, in questi casi, il Ministero può dire addio per sempre a quei soldi!). La Galloni comunica che ci vorrà più d'un mese di lavori, e se gli dei la aiuteranno, forse per Natale, il Palatino sarà offerto, nella sua precedente conformazione, alla vista dei turisti.
Naturalmente Prosperetti, il 'cecato', resta al suo posto.

Come forse pure anche un altro 'cecato' - si chiama  Parisi Presicce - questa volta 'comunale',  resterà al suo posto, nonostante la storia del piano sopraelevato in un hotel di via del Pellegrino, in pieno centro, che lui o i suoi tecnici non hanno visto, dopo aver autorizzato alcuni lavori, se non dopo la denuncia che ha fatto Vittorio Emiliani. Che non è sovrintendente di alcunchè, ma solo presidente del 'Comitato per la bellezza', e giornalista nato che riesce a vedere illeciti sui quali le autorità preposte chiudono un occhio .

Il sovrintendente comunale 'cecato' si è recato sul posto, ha riscontrato l'illecito e, pensiamo, ordinato la demolizione. Si farà o ci sarà un contenzioso che verrà chiuso da una qualche sanatoria?

 Di questi continui successi, Francechini, responsabile ultimo, non parla mai. Parla solo degli altri.


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