L'abbiamo scritto tante volte, fino ai giorni corsi, quando abbiamo segnalato la sua, di Franceschini ministro, mania di grandezza. Ora ha deciso di riportare il Colosseo come era ai tempi dei romani, quando belve e gladiatori lottavano ma non per gioco; mentre a Roma deve chiudere la GNAM perchè non ha soldi per pagare i custodi, e successivamente veniamo a sapere che una folla inferocita ha atteso senza esito che la Reggia di Caserta aprisse i battenti rimasti chiusi a causa di una assemblea del personale di custodia, senza preavviso. E episodi del genere sono quotidiani.
Poi scopriamo anche, da una lettera scritta al 'Corriere' da Vittorio Emiliani, che il Colosseo, ogni volta che piove più del solito, si inonda, e che perciò se ci fosse stata già la platea lignea e quegli ascensori azionati un tempo da schiavi, per portare in cima belve e lottatori, sia la platea che gli ascensori sarebbero marciti, nel giro di qualche anno, per essere continuamente immersi nell'acqua. E da Emiliani, apprendiamo anche che il Ministero è a conoscenza da tempo del problema e che lo rimanda di anno in anno, fino a quando non accadrà l' irreparabile, in barba ai milioni che Della Valle ha impegnato per il restauro dell'anfiteatro.
Perchè, allora, Franceschini pensa a ricostruire platea ed ascensori, quando sa bene che prima dovrebbe bonificare il sottosuolo del grande monumento che è il più visitato d'Italia e che rende più di tutti gli altri?
Semplicemente per mania di grandezza e per incapacità a individuare le priorità nella manutenzione del nostro patrimonio artistico. Per la quale ha subito sbandiertao la richiesta al Governo di una cifra pari a quattro-cinquecento milioni di Euro da destinare a importantissimi siti archeologici e museali del nostro paese, per non mandarli in rovina.
E così parla di PON ( Programma Operativo Nazionale), come a Pesaro parlano di ROF ( Rossini Opera Festival), a Roma di REF ( Roma Europa Festival); ma solo in Italia può farlo, perchè all'estero lo prenderebbero a pesci in faccia, dopo aver letto tutto quello che leggono ogni giorno sull'incuria con la quale trattiamo la straordinaria eredità del nostro passato.
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