L'orchestra rimasta invita della Rai , con sede a Torino e la qualifica di 'nazionale' - un tempo la Rai ne aveva ben quattro ( torino,roma,milano,napoli) - ha presentato nei giorni scorsi la sua nuova dirigenza e la stagione prossima, 2o15.16, ultima affidata al direttore Valcuha, che dalla stagione successiva sarà sostituito da James Conlon, alla presenza del direttore generale della Rai, Gubitosi e della dirigente sotto la cui resposnabilità passa l'orchestra, e cioè 'Rai Cultura' affidata alla direzione della Calandrelli, da cui dipende oltre che la cultura in Rai, anche Rai5. La quale Rai 5, ha assicurato la Calandrelli, dei 26 concerti che compongono la stagione da ottobre a giugno, ne trasmetterà sulla rete Rai5, di sua competenza, uno al mese, mentre tutti i concerti saranno trasmessi, in diretta, da Radio 3. Sovrintendente dell'Orchestra, dopo l'uscita di dall'Ongaro, insediatosi all'Accademia di Santa Cecilia al posto di Cagli, è stata nominata Paola Carruba - il suo nome circolava da tempo - mentre l'incarico di direttore artistico a Cesare Mazzonis, viene prorogato di un anno.
Le maggiori novità però si riscontrano nella programmazione, dove novità non ve ne sono nella scelta dei direttori ed interpreti che, come accade da anni e noi da anni andiamo sottolineando ed accusando, sono quasi esclusivamente stranieri.
(Ci sarà una ragione perchè questa musica non cambia musica. chi ha tempo si dedichi a controlalre le agenzie dalle quali arrivano tutti gli artisti ospiti. Perchè gli italiani, dai tempi di dall'Ongaro, sono praticamente assenti? E' senza motivo, forse pura casualità che tocca solo gli italiani e da molte stagioni? Perchè non si va a vedere se c'è del marcio, anche lì? Non ci sarà, ne siamo sicuri; ma controllare non guasta!). Su 26 concerti, appena quattro i direttori italiani: Angius, Dantone( Bach), d'Espinosa, Bisanti (' pucciniana'). Sì, è vero, il direttore stabile attuale, Valcuha, ne dirige parecchi, e Conlon comincia ad entrare nella programmazione di 'prepotenza' -necessaria prima di insediarvisi ufficialmente - ma poi per tutti gli altri, possibile che non ve ne erano altrettanto invitabili fra gli italiani, e parliamo anche degli interpreti sia vocali che strumentali, tutti stranieri. Nessuno si indigna e si muove per protestare a gran voce? Vadano tutti a quel paese.
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