L'anno scorso il ministero di Franceschini ha emanato un decalogo per accedere ai fondi del FUS nei settori della musica come del teatro e della danza. E tale decalogo riguarda sia le stagioni che i festival.
Una regola dice che ogni istituzione deve avere sul proprio sito un capitolo intitolato 'amministrazione trasparente' nel quale fornire tutte le informazioni relative a compensi dei vertici e dei collaboratori fissi delle varie istituzioni. Da mesi cerchiamo queste informazioni sulla IUC di Roma e non le troviamo; quelle relative all'unica dirigente stipendiata, il direttore generale Francesca Fortuna, della ben nota discendenza che si tramanda la IUC da almeno una cinquantina d'anni se non di più. E minaccia quel decalogo a coloro che non si attengono pesanti decurtazioni nei finanziamenti. L'ha fatto Franceschini in qualche caso? E non ha un mezzo per far comparire quella informazione sul sito della IUC che continua a finanziare come fosse la più regolare e ligia alla legge fra le istituzioni musicali ed invece almeno per la trasparenza dell'amministrazione non lo è?
Dice anche quel decalogo che il ministero avrebbe finanziato le isituzioni con finanziamenti triennali, a patto che esse presentino programmi, a loro volta, triennali. Chi lo ha fatto? Pochissimi. E tutti gli altri? Nei loro confronti essi il Ministero non muove un dito perché sa che in fatto di finanziamenti - determinazione, effettiva attribuzione e distribuzione - è in ritardo cronico e quindi deve star zitto. E' chiaro il ricatto messo in atto dagli organi di governo del nostro paese.
E c'è anche una terza regola che impone alle piccole realtà, per quanto preziose e storiche, di gemellarsi fra loro, perchè il ministero non intende più finanziare i progetti, le stagioni o i festival rivolti a poche unità, anche se superiori al centinaio. Giusto? Assolutamente no.
E quand'anche lo fosse, ci spieghi Franceschini perchè mai per tre sere intende importare, a metà luglio, dal Teatro Greco di Siracusa, dove ha messo al vertice di recente un dinosauro disibernato, e che ha un platea di quattro-cinquemila posti, importare al Colosseo - che ha già detto vuole ricostruire - per trecento e non più persone per volta, oltre quelli che farà accomodare in piccionaia, con chissà quali esiti ( si parla di un altro migliaio di posti circa) per farli assistere alla rappresentazione di una tragedia ( Medea di Seneca) che tiene banco in Sicilia? Per i suoi trecento fortunati lui quanto spende e spande, mentre per tutti gli altri teatri sperimentali e d'avanguardia che
hanno fatto la storia del teatro - il discorso vale anche per la musica - ha invece fatto sapere che 'non c'è trippa per gatti'? Lo spieghi, perchè a Roma si sa bene cosa voglia dire. A Roma si conosce bene la trippa, e si sa già quanti gatti dipendano dalla generosità delle tante gattàre. Generosità che le accomuna a Franceschini che ha trippa solo per i gatti suoi.
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