Notizia della nuova opera, andata in scena alla Sala di Milano lo scorso mese, e scritta da Giorgio Battistelli, dal significativo titolo 'CO2' che parla del destino del pianeta Gaia, la terra, si aveva da tempo, da almeno un paio di anni, se non più, e dunque Bergoglio, nonostante la musica non rientri nei suoi interessi, averebbe potuto certamente prendere visione ed interessarsi all'argomento trattato, che non è una storia, semmai un grido d'allarme per salvare tutti insieme la terra. E, dall'opera di Battistelli, aver tratto il proposito di dedicare all'argomento addirittura una enciclica, ' Laudato sì', la prima volta che un enciclica tratta un simile argomento; alla stessa maniera che per la prima volt un palcoscenico d'opera presenta simile contenuto.
La terra è di tutti e serve a tutti, non distruggiamola, altrimenti che ne sarà dell'umanità? In sintesi questa è la morale dell'opera e dell'enciclica. Anche le fonti per il libretto hanno punti in comune, e poco mancava che Bergolio citasse Battistelli, mentre Battistelli non ha potuto citare Bergoglio, perché - ne siamo sicuri - l'avrebbe fatto, e non per puro opportunismo, credete a noi.
Non abbiamo avuto il tempo materiale per mettere in sinossi i due testi e vederne le somiglianze, le assonanze, le citazioni presenti in ambedue. Lo faremo, con calma.
Adesso che l'oratorio profano di Battistelli si è rigenerato nell'enciclica cattolica di Bergoglio, si attende da parte di Bergoglio la chiamata di Battistelli per una presentazione della sua opera in Vaticano, nella sala Paolo VI, preceduta dalla lettura di brani dell'enciclica. Meglio ancora - lo suggeriamo a Battistelli senza compenso per l'idea - Battistelli farebbe bene a sostituire la predica finta che apre la sua opera, con una predica vera, di Papa Francesco, almeno nel testo; se poi il papa si prestasse addirittura a farsi filmare per apparire nel prologo di CO2, per Battistelli sarebbe come diventare Cardinale, e allora potrebbe lui, promosso cardinale, presentare l' enciclica del papa e commentarla.
Naturalmente, per questo enorme favore, Battistelli rinuncerebbe a citare Bergoglio per plagio. Perché se anche ci fosse, l'uno è un oratorio profano, l'altra una enciclica cattolica, dunque due settori merceologici differenti e troppo distanti per farsi concorrenza.
Altre volte è accaduto che cambiando il titolo, semplicemente il titolo di un'opera dallo stesso contenuto, palese o non, è bastato per non fondare accuse di plagio o concorrenza sleale. Come nel caso di Sciarrino e Schnittke, sul tema 'Gesualdo da Venosa'.Schinittke intitolò con il nome del musicista la sua opera che non ha poi avuto il successo sperato, Sciarrino indicò la sua con altro titolo (ma non sappiamo bene chi per prima lavorava allo stesso soggetto, forse Sciarrino), 'Luci mie traditrici' che è diventata da metà degli anni Novanta dello scorso secolo, una delle opere contemporanee più rappresentate ed in parecchi ormai, e diversi, allestimenti
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