Se si va sul sito del Ministero, al capitolo 'atti alla firma' o appena firmati dal Ministro si legge di come, alla chetichella, si danno soldi agli amici e tolgono ai nemici - ma per avere notizia di questi ultimi bisogna passare intere giornate davanti al computer, perché sono nascoste in chissà quale piega dei siti.
Ora il Ministro, dietro saggio consiglio del suo capocabinetto e direttore generale, il vero grande manovratore del ministero affidato di volta in volta a persone a digiuno della materia, la cui presenza aumenta ogni giorno il potere del dirigente, ha attribuito una somma pari a 1.300.000 Euro circa ciascuno alla Scala ed all'Opera di Roma, in data 5 maggio, a seguito di relazioni pervenute al Ministero una alla fine di aprile e l'altra al principio - vedete come la burocrazia corre, abbandonando l'antica lentezza (quando vuole!)? Vien da chiedersi la ragione di tale stanziamento aggiuntivo, e la risposta si trova negli articoli 6 e 7 della Legge n.800, del 14 agosto 1967, dove si legge che La Scala è 'ente di particolare interesse nazionale nel campo musicale'; e che l'Opera di Roma ha la la particolare 'funzione di rappresentanza svolta nella sede della Capitale d'Italia'. Se avessero i due enti, anzi Fondazioni, aggiunto di recente meriti particolari a tale loro funzione 'genetica' e dunque senza merito alcuno, l'aggiunto finanziamento avrebbe avuto un senso. Invece, e lo diciamo particolarmente per Roma, dove il teatro altro che rappresentanza, ha dato scandalo negli ultimi tempi, ora lo si va anche a premiare. Bravo Franceschini, marito della Di Biase, che continua ad avere qualche stretto rapporto con l'Amministrazione capitolina da cui dipende l'Opera di Roma, e bravo Nastasi sempre pronto a correre in soccorso degli amici, ed a saltare sul loro carro, anche se non sono vincitori.
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