Oltre cento studiosi verdiani, musicologi e personalità della cultura hanno firmato un appello contro la nuova dirigenza dell'Istituto nazionale di Studi verdiani, al cui vertice è stato messo Nicola Sani - il quale certo musicologo non è e neppure studioso verdiano, è soltanto molto in voga in questi ultimi tempi, al punto che qualcuno lo ha nominato anche al vertice dell'Accademia Chigiana di Siena, pur essendo risaputo che egli è uno dei rarissimi musicisti che non vi ha messo mai piede per perfezionare i suoi studi; e l'ha voluto anche al vertice del Teatro dell'Opera di Bologna, dove lui celebra la 'Resistenza' e mette una lapide per ricordare lo schiaffo a Toscanini ma poi toppa, una dopo l'altra, le regie della sua programmazione - indirizzato al ministero ed alla stessa fondazione che ha nominato Sani, per sapere se gli
organi che governano la Fondazione Istituto nazionale di Studi
verdiani intendano: 1) salvaguardare il patrimonio intellettuale e
materiale dell'Istituto conservando il livello di prestigio culturale
e di rinomanza internazionale cui è pervenuto nei più che
cinquant'anni della sua storia( Sani evidentemente si ritiene non sia in grado di salvaguardarlo); 2) affidarne a tal fine la direzione
scientifica a uno studioso di qualificazione e competenza
riconosciute dalla comunità scientifica internazionale, coadiuvato
da un Comitato formato da studiosi di pari livello ( che Sani non è e per il Comitato scientifico che non c'è e che forse sarà della stessa risma di Sani); 3) salvaguardare
il carattere scientifico delle pubblicazioni dell'Istituto e in
particolare della rivista 'Studi verdiani' ( che Sani ha già affidato alla direzione di Sandro Cappelletto, altro musicologo di fama internazionale, sul cui prestigio scientifico, a differenza di quel che pensa Sani, gli studiosi nutrono seri dubbi).
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