La decisione dell’amministrazione Trump di revocare all’università di Harvard la possibilità di iscrivere studenti internazionali e costringere gli studenti stranieri già iscritti a trasferirsi in altri istituti o lasciare il Paese “dovrebbe essere un avvertimento per tutte le altre università“. È quanto ha detto la segretaria Usa per la Sicurezza interna, Kristi Noem, in un’intervista a Fox News.
“Datevi una regolata perché stiamo arrivando per assicurarci che questi programmi… non favoriscano un ambiente in cui gli studenti possano imparare, dove siano al sicuro e non siano discriminati in base alla loro razza o alla loro religione”, ha detto ancora. Giovedì il suo dipartimento ha annunciato la misura, sostenendo che Harvard abbia creato un ambiente universitario non sicuro consentendo ad “agitatori anti-americani e filo-terroristi” di aggredire studenti ebrei nel campus; ha inoltre accusato l’università di coordinarsi con il Partito comunista cinese. “Ciò significa che Harvard non può più iscrivere studenti stranieri e che gli studenti stranieri già iscritti devono trasferirsi o perdere il loro status legale”, ha comunicato il dipartimento della Sicurezza interna.
La mossa dell’amministrazione Trump è stata respinta da Harvard, che l’ha definita illegale e ha fatto sapere che sta lavorando per fornire assistenza agli studenti, avvertendo che la decisione “compromette la missione accademica e di ricerca di Harvard”. Harvard conta quasi 6.800 studenti stranieri nel suo campus di Cambridge, in Massachusetts, che costituiscono oltre un quarto del corpo studentesco. La maggior parte è composta da specializzandi, provenienti da oltre 100 Paesi.
Lo scontro tra l’amministrazione Trump e l’università di Harvard
Lo scontro fra l’amministrazione Trump e Harvard, la più antica e ricca università del Paese, si è intensificato da quando quest’ultima è stata la prima a sfidare apertamente le richieste della Casa Bianca di apportare cambiamenti a programmi e regole, richieste accompagnate dall’accusa di essere focolai di liberalismo e antisemitismo. Il governo federale ha tagliato 2,6 miliardi di dollari di sovvenzioni federali a Harvard, costringendola ad autofinanziare gran parte della sua vasta attività di ricerca. Il presidente Donald Trump ha inoltre dichiarato di voler privare l’università dello status di esenzione fiscale.
La minaccia alle iscrizioni internazionali di Harvard deriva da una richiesta del 16 aprile della segretaria alla Sicurezza interna Kristi Noem, che aveva chiesto di fornire “informazioni rilevanti” su presunta “criminalità e cattiva condotta di studenti stranieri nel campus”. In una lettera inviata ieri a Harvard, Noem ha affermato che la sanzione inflitta all’università è “il risultato sfortunato del mancato rispetto da parte di Harvard di semplici obblighi di segnalazione”.
La sanzione impedisce appunto a Harvard di ospitare studenti internazionali per il prossimo anno accademico 2025-26. Noem ha affermato che Harvard potrà riottenere la possibilità di ospitare studenti stranieri se fornirà una serie di documenti sugli studenti stranieri entro 72 ore. La sua richiesta aggiornata richiede tutti i documenti, compresi filmati audio o video, degli studenti stranieri che partecipano a proteste o attività pericolose nel campus. “Questa amministrazione ritiene Harvard responsabile di fomentare violenza, antisemitismo e di coordinarsi con il Partito Comunista Cinese nel suo campus”, ha affermato.
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