sabato 31 maggio 2025

Dopo lo 'storico' accordo -così definito da Meloni - con il Kazakistan, forse per il 2 giugno e i referendum ne stringerà un secondo altrettanto storico con le Maldive, la Meloni recendovisi di persona


Intese tra Italia e Kazakistan da 4 miliardi di euro© ANSA

Fratelli d’Italia ha invitato i suoi elettori a non partecipare ai referendum del prossimo 8 e 9 giugno, ma la leader e premier Giorgia Meloni non ha ancora espresso qual è la sua personale opinione sui quesiti su lavoro e cittadinanza. Così il Partito democratico ha deciso di attaccarla. “Di assordante silenzio” parla una nota dei presidenti dei gruppi parlamentari Chiara Braga e Francesco Boccia e il capo delegazione a Bruxelles, Nicola Zingaretti.

Ecco il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia: “Tra una settimana si vota per i referendum e vorremmo conoscere quale è la posizione di Giorgia Meloni. Voterà sì o voterà no? O si nasconde anche lei dietro l'invito a non votare, dietro il non voto? vorremmo saperlo. La verità è che lei e il suo governo scappano. Un governo che si rispetti dovrebbe avere parole chiare e comunque non fare finta di nulla. Noi lavoreremo fino all'ultimo giorno per portare più cittadini a votare".

Ecco il responsabile Esteri del Nazareno Peppe Provenzano: "Ma è mai possibile che la presidente del Consiglio, a una settimana dal referendum, che è una prerogativa dei cittadini prevista dalla Costituzione, si rifugi nel silenzio? Di fronte a quesiti che riguardano i diritti sociali del lavoro e i diritti civili sulla cittadinanza, com'è che non senta il dovere democratico di chiarire cosa pensa?”.

Ecco Marina Sereni della segreteria Pd: “Possibile che Meloni non abbia una opinione da comunicare agli italiani? La partecipazione al voto è un diritto e un dovere di ogni cittadino”. E su X Antonio Misiani, il responsabile Economia: “Per il momento, la Meloni è scomparsa dai radar. Lei e i suoi si sono dati alla macchia. Un suo pronunciamento sarebbe un atto di doverosa trasparenza. Auspichiamo che la Nazione non debba rimanere troppo a lungo in trepidante attesa". (La Repubblica)

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