lunedì 26 maggio 2025

Bene ha fatto Gatti a cancellare i suoi impegni alla Scala, Ortombina se lo è meritato; la Scala, invece, non se lo meritava

 C'è forse da meravigliarsi della decisione necessaria e conseguente di Daniele Gatti di cancellare tutti i suoi prossimi impegni alla Scala? Certo che no, dopo che l'attuale sovrintendente Ortombina gli ha preferito, nonostante  tutto quello che si era detto anche pubblicamente sulla successione a Chailly anche da parte del Cda, Chung.

Gatti la sua brillante carriera direttoriale la sta facendo anche a dispetto di Ortombina, che è poco più che un signor nessuno. Come lui se ne possono trovare 100.000, come Gatti molti molti di meno, anzi pochi.

 Il ruolo di un direttore musicale in un teatro è certamente decisivo e fondamentale, quello di un sovrintendente no, e può essere svolto dignitosamente da tanti, senza pretendere che siano dei geni.

 Lo dicemmo e scrivemmo anche all'epoca scaligera di Fontana-Muti. E Ortombina non è Fontana. 

Ma anche allora scrivemmo che avremmo mandato  via Fontana per tenerci Muti. 

 Tornando a Ortombina, abbiamo sempre pensato di lui che sia professionalmente persona 'normale', senza che questo suoni come offesa. Sul suo carattere, per quanto la psicologia non sia il nostro campo di studi, abbiamo scritto già. Al mondo ci sono tante persone cosiddette normali, il problema sociale queste persone 'normali'  lo sollevano quando  per strani giri arrivano in posti di comando o di potere. Ortombina,  strane congiunzioni astrali  lo hanno portato prima alla Fenice e poi alla Scala;  ora lui vuole dimostrare che è un fuoriclasse: qui comando io e decido io. Se ci penso mi convinco sempre più che Ortombina medesimo non crede di essere alla Scala. giacché ci è arrivato a sua 'insaputa' meritocratica. E il Cda,  che l'ha nominato- costrettovi politicamente?- non può fare nulla se non protestarlo e mandarlo a casa, ma la Scala non può permetterselo, e dunque anche il Cda e il sindaco sono costretti a fare buon viso a cattivo gioco. Ben gli sta la sacrosanta decisione di Daniele Gatti. C'è solo da augurarsi che non ci vada di mezzo il teatro, che è forse il pericolo maggiore di tutta questa strana storia.

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