martedì 27 maggio 2025

Teatro alla Scala. L'identità del teatro milanese secondo Ortombina. Nostro Commento

 Quale sarà l’identità che nei prossimi anni darà al Teatro la conduzione Ortombina? “L’opera è un veicolo importantissimo e potente di trasmissione culturale e il Teatro alla Scala, esempio unico nel panorama nazionale, ne è il nostro ambasciatore nel mondo. In questo Teatro un terzo degli abbonati ha meno di 35 anni”, spiega il sovrintendente. Che anticipa le linee alla base del suo pensiero: “Desidero che il Teatro trovi un’identità forte e specifica da esportare nel mondo. Fuori dai nostri confini se parli di Milano ti dicono subito Verdi. Milano e la Scala sono fortemente legate. Dobbiamo fare sistema per rendere la nostra offerta ancora più seducente all’estero ma anche qui nel territorio. Ogni cittadino dovrebbe almeno una volta venire alla Scala”.

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Se spiegasse quale vuole sia l'identità del Teatro alla Scala in Italia e nel mondo, saremmo grati a Ortombina. Ma temiamo che al di là delle belle ma vuote parole ascoltate, neanche lui sappia cosa vuol fare alla Scala. Intanto ha creato problemi con un direttore di grande valore, Gatti, nominando Chung. Poteva farlo, ma la ragione di tale decisione - oltre il ben noto 'qui comando io e faccio quel che mi pare' - non è comprensibile e discende certamente dalla insicurezza della persona.

 Ma forse avrebbe potuto dirci, a proposito della identità della Scala ( di cui oggi tutti giornali parlano), cosa vuole fare del repertorio, della tradizione esecutiva, dell'opera di oggi ( che certamente non sarà lui ad introdurre, l'hanno fatto i suoi predecessori), quale ruolo assegnare alla Accademia, fucina di giovani musicisti e cantanti ecc...

 Affermare che 'ogni cittadino dovrebbe almeno una volta venire alla Scala' è come dire che  di giorno solitamente ci illumina il sole.

 Intanto è bene che si ricordi che Giorgia Meloni ha già ottemperato a questo suo impegno: ha messo piede alla Scala con Giambruno. Era la prima volta per la premier di un paese come l'Italia e temiamo che resterà l'unica, perchè non ci sarà una seconda:  a Lei della Scala, come di qualunque altro teatro d'opera italiano, non fotte assolutamente nulla MAI, tranne quando occorre sistemare qualche suo fedelissimo, solitamente senza le dovute competenze, con la sola credenziale della fedeltà alla 'capa' Giorgia (Pietro Acquafredda)

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