In principio fu il ROF ( Rossini Opera Festival, tassativamente all'inglese come: Verdi Requiem, la dizione preferita da Riccardo Chailly, al posto del banalissimo 'Requiem di Verdi'), poi venne il romano REF ( RomaEuropa Festival, sempre all'inglese) che non intendeva affatto fare concorrenza al fratello maggiore pesarese; terzogenito, è venuto il RAF ( Ravenna Festival, ancora all'inglese) dei coniugi Muti. Ora, buon ultimo della prima serie, ma non in assoluto perché la fantasia non si può imbrigliare, arriva il romano FFF ( Fast Forward Festival) la cui traduzione nella lingua italiana è davvero difficile da fare (ci sembra che analogo nome abbia un festival olandese, Forward Festival, con sede ad Amsterdam, da dove il direttore artistico di FFF, e cioè Giorgio Battistelli, importa 'Blank Out' dell'olandese, appunto, Michael van der Aa, per 'soprano e film in 3D'( commissionato dal festival olandese, dall'Opera di Roma e dal Festival di Lucerna) ma anche la intitolazione del suo festival alloggiato principalmente al Costanzi ma che 'si espande' nella città invadendola, perchè si accasa anche in altre sedi.
Nel programma di Battistelli c'è poi la ripresentazione, in veste nuova e dopo mezzo secolo, di un'opera di Bussotti ' La Passion selon Sade' ( Alda Caiello soprano, Marcello Panni direttore) , anche per vedere che effetto fa oggi un lavoro che allora gettò nello scompiglio il mondo musicale e per non passare sotto silenzio gli 85 anni di Bussotti.
E poi importa un lavoro del 1996 di Heiner Goebbels( 'Schwarz auf Weiss') con l'autore sul podio dell'Ensemble Modern; uno spettacolo di danza di Preijocaj che si è visto, da cinque anni a questa parte, a Milano, Bolzano, Firenze, con quattro danzatori in una coreografia costruita su un famoso recital di John Cage al Lirico di Milano addirittura nel 1977. In omaggio a Wofgang Rihm, compositore residente di FFF, si vedrà 'Proserpina'(presentato a Schwetzingen nel 2011); e a Ravel, ai suoi 'Miroirs', si ascolterà il frutto di un progetto del pianista compositore Pode, che ha coinvolto alcuni compositori costringendoli ad ispirarsi ai tableax raveliani.
Poi spazio alle percussioni, il primo 'amore' del compositore Battistelli, con tre gruppi ospiti e soprattutto con lo sbarco in Italia, forse la prima volta, nonostante tante primavere abbia già sulle spalle, di Jean-Pierre Drouet, 'monsieur percussions'.
In uno dei concerti di percussioni compare anche quel 'Libro celibe' che ci accadde di ascoltare all'Aquila alcuni anni fa, e che Battistelli, pur trattandosi di una sua composizione, non ha resistito alla tentazione di inserirlo nel programma, cosa che sarebbe stato meglio risparmiarsi.
Insomma un festival che FFF ha rubato al REF, nel quale 'paro paro' si sarebbe potuto vedere ed ascoltare, perché l'originale e la copia si propongono di importare il meglio dal mondo per mostrarlo alla stupefatta nazione italica, e che inaugura la serie di festival di teatro contemporaneo che Battistelli, e Fuortes sopra a lui, fortissimamente hanno voluto, per rivitalizzar e per dare un senso alla presenza del noto compositore (che sta lavorando ad un'opera su soggetto biblico, centrata sulla 'piccante' vita di Lot il patriarca), nella direzione artistica della comune impresa teatrale.
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