In questi giorni il Parlamento ha votato - finalmente! - la decadenza di Giancarlo Galan, condannato per le tangenti del caso 'Mose', le quali tante dimissioni avevano provocato, ma non quella di Galan, il quale continuava addirittura a presiedere, prima dal carcere e poi dagli arresti domiciliari, la Commissione cultura del Senato (?). Tra parentesi, si è saputo in questi giorni che i soldi per comprare la sontuosa villa nella quale è vissuto per lungo tempo il 'doge' veneto, glieli aveva prestati la Banca di Vicenza, una delle quattro finite nella merda, che ora si spera, sequestrandogliela e rivendendola, potrà riavere i suoi soldi. ( prestati senza le garanzie che da tutti gli altri cristi anche la Banca di Vicenza esige!).
Ma tale decadenza, per singolare combinazione, giungeva negli stessi giorni in cui, per iniziativa di 'Casa Corriere', a Napoli, veniva riaperta la storica Biblioteca dei Girolamini, teatro di furti ignominiosi del suo protetto De Caro, anch'egli condannato a sette anni per tali furti, dei quali un altro condannato eccellente, ma per altre ragioni, era senz'altro a conoscenza, essendone in taluni casi il 'destinatario finale' . Ed ancora negli stessi giorni altra condanna veniva inflitta a De Caro per altri furti, sempre di libri, ma dalla biblioteca del Ministero dell'Agricoltura, quando vi sedeva come ministro appunto Galan. Il quale, a seguito di studi approfonditi dei preziosi erbari trafugati, da De caro si faceva consigliare come agire in agricoltura, con piante e diserbanti.
Ora per il ladro bibliofilo protetto da ministri, cui l'avevano raccomandato alcuni personaggi eccellenti, gli anni di galera ammontano ad otto. Con l'obbligo di leggersi tutti i libri trafugati - che sono migliaia.
Mariafrancesca Garritano, ballerina della Scala, in un libro di qualche anno fa aveva puntato il dito contro un gravissimo fenomeno, secondo Lei assai diffuso fra le giovani ballerini:l'anoressia. Il teatro l'aveva cacciata perché s'era sentito denigrato. La Garritano sosteneva che alle giovani ballerine veniva inculcata l'idea che alla loro professione occorreva una magrezza al limite della malattia, e che a tale concezione si adeguava il regime alimentare consigliato: una mela al giorno, scacciando il medico di torno!
Cosa cèera di tanto clamoroso ed offensivo nella denuncia della Garritano? Le ballerine, salvo quelle che fanno parte di ensemble di 'teatrodanza', dove 'magrezza non fa bellezza' e neanche agilità e prestanza, sono tutte magre, e tale aspirazione alla magrezza può nascondere il pericolo drammatico della anoressia.
A seguito di tale denuncia, la Scala come tutte gli altri teatri, per i loro corpi di ballo, avrebbero dovuto essere più attenti al problema; ed invece che fanno? Che fa la Scala? Licenzia la Garritano. La quale ricorre in tribunale, vince in primo grado, ma la Scala a sua volta ricorre.
Finalmente, anche la Cassazione le ha dato ragione e dunque la Scala deve riammetterla fra le sue ballerine, con tanto di scuse - se Pereira decidesse di comportarsi da signore qual è.
Le storie insegnano che nel mondo le cose spesso si pareggiano: ad una condanna esemplare, anzi due, corrisponde una assoluzione altrettanto esemplare.
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