Quando un anno fa circa si trattò di nominare il nuovo sovrintendente dell'Arena di Verona, c'è stata una sollevazione generale contro il sovrintendente uscente, Francesco Girondini, definito dai più accomodanti : un incapace, convinti che neanche un secondo bacio di Tosi sarebbe riuscito a trasformarlo da rospo in principe azzurro. Si ricordi per per qualche anno Girondini è stato anche a capo dell'Associazione che riunisce le Fondazioni liriche italiane.
Tosi impartì l'ordine al consiglio di indirizzo dell'Arena di rinominare Girondini, il quale fu confermato con il voto unanime del consiglio salvo uno, che naturalmente non conta in democrazia, mentre contò, prevalendo, la volontà del sindaco che lo volle ad ogni costo, sicuro che avrebbe sanato il buco del bilancio - avvalendosi della Legge Bray - che ammontava a 25.000.000 di Euro, una cifra certo alta, ma che per i bilanci enormi della grande Arena sono quisquilie.
Ad un anno di distanza dalla sua riconferma, o poco più, Girondini ha dovuto alzare le mani in segno di resa, non riuscendo a ricorrere alla Legge Bray, perchè il risanamento non è roba per lui, in quanto non è riuscito a convincere i lavoratori della Fondazione ai piccoli sacrifici necessari per ottenere il beneficio della legge che concede prestiti a prezzi di favore con l'obbligo però, scritto e circostanziato, di avviare un piano di risanamento.
Ha minacciato licenziamenti, esuberi, aiutini per uscite anticipate, ma alla fine non è riuscito a combinare nulla, mentre il suo sponsor, Tosi, era occupato a procurarsi un progetto di copertura dell'Arena ( sperando inconsciamente di coprire anche la vergogna della scandalosa gestione della fondazione?) per utilizzare quell'enorme spazio durante tutto l'anno e per tutti gli usi possibili. Insomma un teatro storico affidato a mani barbare.
E alla fine, Girondini, il sovrintendente più pagato d'Italia( 250.000 Euro!), se Tosi non lo mette come commissario di se stesso per non fare emergere le infinite incapacità e forse anche le irregolarità della sua gestione areniana, esce di scena, costrettovi dalla sua stessa incapacità.
Che invece non hanno dimostrato in analoghe circostanze, dopo i passi falsi in partenza, nè Fuortes a Roma, il quale dopo quella pazza uscita della 'esternalizzazione' ha fatto marcia indietro trattando con orchestra ed altri lavoratori dell'Opera di Roma; nè Francesco Bianchi a Firenze, dove anche l'Opera del premier Renzi rischiava di finire allo stesso modo travolta dai debiti (in realtà, da qualche sussurro che emerge dal silenzio del nuovo teatro, si capisce che i lavoratori non sono del tutto convinti dei bilanci in ordine; temono lo siano solo in apparenza e che in ogni momento potrebbe scoppiare il bubbone).
Tosi getta acqua sul fuoco, assicurando che la prossima stagione estiva, per la quale da tempo ci sono prenotazioni da parte di tour operator, si svolgerà regolarmente con il calendario già noto, e sarà gestita dal Comune.
Ora, con tutto il credito che si vuole e si può fare a Tosi, si capisce che ci saranno dei contraccolpi negativi a seguito di questa vergognosa faccenda, alla quale , per responsabilità dello stesso Tosi, non s'è voluto porre rimedio, quando ancora si poteva e si doveva, affidando le redini dell'Arena ad altri più competenti e dalle capacità di gestione, anche sindacale, comprovate.
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