Non passa giorno senza che il prof. Boeri. presidente INPS, ci faccia venire un colpo, con le sue dichiarazioni sulle pensioni, presenti e, soprattutto, future.
L'ultima sua invenzione, rappresentata dalle buste 'arancione', il colpo vuol farlo venire, find'ora, ai pensionati futuri - ammesso che arrivino a percepirne una. Della quale fin d'ora Boeri mette tutti sull'avviso che sarà una pensione da fame, dopo una vita lavorativa già da fame, come i probabili futuri pensionati già sperimentano.
Si sa, Boeri deve cercare, con ogni modo, di far quadrare i conti per non trovarsi un giorno a non aver più soldi in cassa per pagare le pensioni erogate, e per erogarne di nuove, pur 'da fame'.
E come fa? Ogni giorno fa girare qualche nuova voce destabilizzante, fra le ultime quella sulle pensioni di reversibilità o sui tagli a pensioni che egli reputa ricche - a partire da tre volte il minimo.
Noi, pensionati - ricchissimi, secondo i criteri Boeri & C. - della scuola, ci offriamo senza essere richiesti e gratuitamente, per dargli qualche consiglio a Boeri, con cui far quadrare i conti presenti e futuri.
Intanto cominceremmo col metter ordine negli stipendi, che preludono alle pensioni, alcuni davvero esagerati, come quelli dei dipendenti del Palazzo in ogni ordine, grado e latitudine. I dipendenti del Palazzo hanno stipendi (e poi liquidazioni e pensioni) che non sono giustificati da nient'altro che dai privilegi che chiunque viene a contatto con il Potete tenta di autoassegnarsi.
In questi giorni, il giudice della Consulta, Amato, già ministro e premier, ed anche espertissimo in doppie e triple pensioni cumulabili con lauti stipendi, ha dichiarato essere ammissibile il ricorso presentato alla Consulta dai dipendenti del nostro Parlamento che non accettano di vedersi tagliati i loro stipendi PRIVILEGIATI. E' evidente che Amato difende anche i suoi di privilegi che oggi sono le due pensioni ed il lauto compenso da giudice della Consulta, sul cui taglio nessuno può decidere, salvo i giudici medesimi che da quest'orecchio evidentemente, anche per l'età, non ci sentono - come hanno già dichiarato apertamente.
E non ci dica Boeri che non si può. Perchè una qualche strada c'è. Se la inventi, come ogni giorno se ne va inventando altre, come quelle frequenti per affamare del tutto i titolari di pensioni 'al minimo'.
C'è anche un alto caso di cui abbiamo letto nei giorni scorsi, a seguito di altre sue dichiarazioni, prof. Boeri. Ci sono in Italia - lo ha Lei dichiarato - circa 500.000 titolari di pensioni ( dirette ma anche di reversibilità) che tali pensioni ricevono da 50 anni. Ma quanti c. di anni vivono i pensionati italiani con le pensioni di un tempo? Come si fa a percepire una pensione da 50 anni?
Lo spieghi Boeri, e soprattutto trovi il modo per mettere la parola fine ad una tale longevità pensionistica. Faccia fare anche un giro nei cimiteri ai suoi ispettori, qualche inghippo lo scoverà certamente.
Un altro capitolo sul quale intervenire é quello dei vitalizi ai parlamentari ed anche sul sistema di reversibilità dei medesimi, del quale si parla da anni, inutilmente, accampando ogni volta la scusa che in fondo non sarebbero che poche migliaia di soggetti e con questa si dice che non vale la pena di fargli la lotta per cancellarli. No, vale la pena e molto più di quanto non valga nel farne ogni giorno ai pensionati 'al minimo' i quali, basta che soffi un pò più forte il vento, per giocarseli loro ed i loro parenti più stretti - la qual cosa forse Boeri si augura segretamente per risolvere alla radice i problemi del suo istituto.
Nel quale un pò d'ordine lo sta mettendo senza guardare in faccia a nessuno. Come nel caso dell'adeguamento delle pensioni, in base ai contributi versati anche dopo l'attribuzione della pensione medesima, continuando l'attività lavorativa, ove consentita. E, infatti, per non generare false aspettative, egli fa attendere tutti per qualche mese, parecchi mesi, più esattamente più d'un anno per consentirne l'adeguamento, ammesso che alla fine lo conceda, a seguito di richiesta, sia ben inteso; mai automaticamente, nonostante se ne abbia acquisito il diritto. Ad oggi, sappiamo di casi specifici, per i quali è già trascorso più d'un anno dalla presentazione della domanda, ma ancora l'INPS non ha dato risposta.
Il prof. Boeri stia tranquillo, sappia fin d'ora che se ci vengono altre idee per risolvere in parte o del tutto i problemi del suo INPS, gliele suggeriremo. Alla prossima idea!
Nessun commento:
Posta un commento