lunedì 23 giugno 2025

Ormus in un libretto di Lorenzo Da Ponte: 'Axur, re d'Ormus' per Salieri ( dalla Memorie del Librettista mozartiano)

 Un celebre passo delle Memorie illustra molto bene l’attività di Da Ponte a Vienna e il suo talento di ricostruzione romanzesca a posteriori. Siamo nel 1787 e l’abate in due mesi deve lavorare contemporaneamente a tre libretti: Axur, re d’Ormus per Salieri, Don Giovanni per Mozart e L’arbore di Diana per Martín y Soler. «Trovati questi tre soggetti, andai dall’imperatore, gli esposi il mio pensiero e l’informai che mia intenzione era di far queste tre opere contemporaneamente. “Non ci riuscirete!” mi rispose egli. “Forse che no”, replicai; “ma mi proverò. Scriverò la notte per Mozzart [sic] e farò conto di legger l’Inferno di Dante. Scriverò la mattina per Martini [Martín y Soler] e mi parrà di studiar il Petrarca. La sera per Salieri e sarà il mio Tasso.” Trovò assai bello il mio parallelo; e, appena tornato a casa, mi posi a scrivere.

Andai al tavolino e vi rimasi dodici ore continue. Una bottiglietta di tockai a destra, il calamaio nel mezzo, e una scatola di tabacco di Siviglia a sinistra. Una bella giovinetta di sedici anni (ch’io avrei voluto non amare che come figlia, ma…) stava in casa mia con sua madre, ch’aveva la cura della famiglia, e venìa nella mia camera a suono di campanello, che per verità io suonava assai spesso, e singolarmente quando mi pareva che l’estro cominciasse a raffreddarsi: ella mi portava or un biscottino, or una tazza di caffè, or niente altro che il suo bel viso, sempre gaio, sempre ridente e fatto appunto per inspirare l’estro poetico e le idee spiritose. Io seguitai a studiar dodici ore al giorno, con brevi intermissioni».

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