lunedì 23 giugno 2025

Come si permettono questi miserabili giornalisti di criticare Donald Trump? Licenziati ( da Prima online, di Paola Cavaglià)

 

Due giornalisti licenziati in meno di due settimane per critiche a Trump

Sospeso da ABC News per aver definito in un post su X (ex Twitter) il presidente Trump e il suo alto consigliere Stephen Miller, “odiatori di livello mondiale”, il giornalista Terry Moran, ex corrispondente nazionale senior della rete, è stato ufficialmente licenziato.

ABC News si impegna per l’obiettività e l’imparzialità nella propria copertura giornalistica e non tollera attacchi personali soggettivi. Il post non riflette le opinioni di ABC News e ha violato i nostri standard” ha dichiarato un portavoce dell’emittente.

Il post incriminato

In un post, poi cancellato, Moran, che aveva recentemente intervistato Donald Trump, ha scritto che Miller non è la mente dietro il trumpismo e che la sua capacità di tradurre gli “impulsi” del movimento in politica “non è intelligenza. È bile.” “Si vede che i suoi odi sono il suo nutrimento spirituale”, ha aggiunto Moran.

A proposito di Trump, ha poi detto: “Il suo odio è solo un mezzo per un fine, e quel fine è la sua autocelebrazione.”

La replica della Casa Bianca

Miller ha replicato dicendo: “Il fatto più importante del crollo pubblico completo di Terry è ciò che rivela sulla stampa corporativa americana. Per decenni, gli anchorman e i giornalisti privilegiati che narrano e filtrano la nostra società sono stati radicali travestiti da giornalisti. Terry si è tolto la maschera.”

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha definito la retorica di Moran “inaccettabile e squilibrata” in un’intervista su Fox News. “Credo che questo dimostri quanto il pubblico americano diffidi dei media tradizionali”, ha aggiunto.

Il vicepresidente JD Vance ha definito il post di Moran una “vile diffamazione”.

Moran difende il proprio post

“Era qualcosa che sentivo nel cuore e nella mente. Ho usato un linguaggio forte in modo deliberato.” ha detto Moran in un’intervista rilasciata il 16 giugno al podcast politico The Bulwark (che significa “Il Baluardo”). “Rifarei quel post”.

Alla domanda provocatoria del conduttore Tim Miller sul fatto che fosse ubriaco al momento della pubblicazione, Moran ha risposto con ironia, raccontando di una tranquilla serata in famiglia conclusa con la messa a letto dei figli:

“Ho scritto il post, l’ho riletto e ho pensato: ‘È vero’. E ho premuto invio.”

Moran ha inoltre ribadito di essere “un orgoglioso centrista” che si oppone “alla ferocia e all’intolleranza che emergono quando si parla di politica”.

La pressione sulla stampa e i precedenti

Il caso Moran arriva in un clima già teso tra la stampa e l’amministrazione Trump. Solo sei mesi fa, ABC News ha dovuto versare 15 milioni di dollari a una fondazione presidenziale di Trump per chiudere una causa di diffamazione.

L’anchorman George Stephanopoulos aveva infatti dichiarato erroneamente, durante la trasmissione This Week, che Trump era stato ritenuto “colpevole di stupro” nella causa con E. Jean Carroll; in realtà, la sentenza parlava di abuso sessuale.

Per Moran nuova fase di giornalismo indipendente

Dopo il licenziamento, Moran ha deciso di dedicarsi al giornalismo indipendente sulla piattaforma Substack, raccontando storie trascurate, partendo dalla comunità haitiana di Springfield, Ohio.

Secondo Moran, questi lavoratori immigrati – molti dei quali legalmente presenti grazie a uno status di protezione temporanea – sono stati demonizzati da Trump in campagna elettorale, rilanciando false voci secondo cui “mangiavano animali domestici”.

“Quella città era in declino e si è risollevata grazie a loro,” ha detto. Molti immigrati haitiani sono stati infatti impiegati a Springfield nell’industria alimentare e in fabbriche di lavorazione meccanica. A seguito della decisione dell’amministrazione Trump di porre fine a programmi come il permesso umanitario e lo status di protezione temporanea, però, potrebbero essere espulsi dagli Stati Uniti entro il 3 agosto.

Il caso della MAGA-girl Cuccia

A inizio giugno era già stata licenziata Gabrielle Cuccia, giornalista filo-trumpiana, ex capo corrispondente per il Pentagono della testata di estrema destra One America News (OAN), per aver pubblicato un post su Substack in cui accusava il dipartimento della Difesa guidato da Hegseth di ostacolare l’accesso della stampa obbligando i giornalisti a essere accompagnati da personale per gli affari pubblici per accedervi.

“Il Pentagono vuole far credere che i giornalisti si aggirino liberamente in aree classificate, si intrufolino nei [centri di informazioni riservate] e diffondano informazioni top-secret. Ma non è vero,” scriveva nel post.

Cuccia ha anche sottolineato che sotto la guida di Hegseth il Pentagono ha tenuto solo un briefing con la stampa da quando è iniziata la seconda presidenza Trump, a gennaio. Nessun briefing è stato tenuto dopo il Signalgate, avvenuto a marzo.

Dopo la pubblicazione di questo post Cuccia ha dichiarato alla CNN di essere stata invitata a consegnare il suo tesserino per il Pentagono al suo capo redattore.

La militanza di Cuccia a destra

Cuccia si è sempre ritenuta una conservatrice e fedele al movimento MAGA (Make America Great Again) ricordando che all’Università della Pennsylvania era etichettata “razzista” e “fascista” per non aver partecipato alle manifestazioni di protesta Black Lives Matter contro gli episodi di violenza subiti da persone di colore da parte della polizia americana -.

Più recentemente, tra il 2017 e il 2018, Cuccia ha ricoperto un incarico alla Casa Bianca nella prima presidenza; poi è entrata nella redazione di OAN e ha assunto un incarico di consulente governativa.

Nessun commento:

Posta un commento