Firenze, la scure del declassamento sul Teatro della Pergola. L'ira del centrosinistra. Stefano Massini: «Sono schifato»
Blitz in commissione al ministero. La sindaca Sara Funaro: è una scelta politica, siamo pronti al ricorso. Elly Schlein: sono con te
La Pergola verso il declassamento a teatro della città, e non più nazionale. La sindaca Sara Funaro è pronta a fare ricorso contro la scelta della commissione ministeriale che sta valutando il progetto del nostro teatro. E Stefano Massini, — pomo della discordia della querelle visto che il suo incarico da direttore artistico è stato attaccato dalla destra di Governo, ministro della Cultura (Alessandro Giuli) in testa — che dichiara su Facebook: «Una pagina gravissima che mi vede schifato fino agli urti di vomito. Il personalismo trionfa... Domattina a Firenze in piazza della Signoria, presenteremo la stagione 2025/2026 di un teatro straordinario che non merita tutto ciò. Lo faremo a un passo da dove Savonarola fu bruciato sul rogo perché inviso al potere di turno».
Le avvisaglie del terremoto c’erano già mercoledì, ma la d0ccia fredda è arrivata ieri mattina. «Gira voce che il Teatro della Toscana passerà dalla serie A alla serie B. Da Teatro Nazionale a Teatro della Città» dicevano in tanti. In tarda mattinata il direttore generale facente funzioni — sostituisce Marco Giorgetti andato via dopo un braccio di ferro con la sindaca — dichiara: «Siamo in riunione coi nostri lavoratori. Ci è arrivata notizia ufficiosa di un possibile declassamento».
Nel pomeriggio le voci si moltiplicano e la sinistra fa quadrato. Per tutti è un attacco politico della destra alla città. Proprio Giuli, sulla scelta di Massini, non aveva esitato a dire la sua contestandone il metodo. E in visita a Firenze il 28 aprile aveva dichiarato che alla guida, da manager voleva che restasse Giorgetti. Le cose sono andate diversamente. L’ex dg è stato messo alla porta perché la sua permanenza con Massini era incompatibile: le loro visioni del teatro sono diametralmente opposte. E la risposta da Roma è arrivata.
Per protesta contro la decisione di declassare il teatro tre consiglieri della commissione si sono dimessi. Sono Angelo Pastore, Alberto Cassani e Carmelo Grassi rappresentanti di Regione, Provincie, Comuni. Parte da qui la dichiarazione di Funaro: «È inaccettabile l’idea del declassamento del Teatro della Toscana che ha portato alle dimissioni di tre commissari della commissione ministeriale. È una decisione politica sulla quale sono pronta a fare ricorso. Ho investito su questa scelta e intendo continuare a farlo».
Scende in campo anche la segretaria del Pd Elly Schlein che ritiene «il declassamento uno sfregio al patrimonio culturale italiano» e aggiunge «sono al fianco della sindaca Funaro, seguirò da Roma la conferenza stampa di Massini». Dello stesso tenore la dichiarazione del governatore Eugenio Giani: «È fondamentale dissipare ogni dubbio circa l’impostazione ideologica, quasi da MinCulPop, che sembra emergere dai fatti riportati». Al vetriolo la dichiarazione di Matteo Renzi: «Uno schiaffo a Firenze e alla cultura. Il ministro dell’ignoranza Giuli si dovrebbe vergognare».
Federico Mollicone (FdI), presidente della Commissione cultura spiega le ragioni del declassamento: «Da Funaro, un vero atto di autoritarismo amministrativo, che ha sostituito un direttore generale, confermato solo l’anno precedente, che aveva portato il Teatro a livelli qualitativi mai riconosciuti prima, ha fatto tagli nei finanziamenti e nel bilancio, ha portato una discontinuità progettuale e un’interruzione dei rapporti internazionali. La scelta della commissione è stata autonoma e tecnica. Funaro pensa che la Pergola sia una sezione Pd, ma non è così».
Ma il sindaco di Pontedera Mattero Franconi (il cui Teatro Era fa parte del Teatro della Toscana) ribatte «Contro il declassamento: siamo pronti a organizzare nel prossimo weekend un’apertura H24 dell’Era, chiederemo a tutte le realtà culturali del territorio di presidiarlo, liberamente».

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