Avesse avuto anche lui Alberto Veronesi, uno scopritore all'inizio della sua carriera, non avrebbe fatto tutta la fatica che ha dovuto fare per guadagnarsi la fama, meritata, di cui oggi gode.
Un tempo c'era Menotti che andava in giro a scoprire talenti e li faceva debuttare al suo festival spoletino. Oggi Giorgio Ferrara, suo successore, preferisce sedere nei salotti ed invitare la solite vecchie glorie al festival che fu di Menotti e che per molti anni ancora, dopo i primi dieci sarà, in ogni senso, il Festival di Ferrara'.
Il ruolo di scopritore di talenti se lo è assunto ora in prima persona Veronesi; e dopo averli scoperti - magari anche in tv o nei party e feste di ambasciate e nobili - li fa debuttare sul podio del Festival pucciniano.
Lui non bada all'età, perchè ad esempio, ha scoperto l'anima di regista nel direttore di 'Chi', il giornalista Signorini, e gli ha affidato un'opera ogni anno, con il plauso del sindaco di Viareggio - da poco rimesso in sella dopo le contestazioni elettorali - il quale ha dovuto constatare che Signorini, riconoscendo il merito della scoperta a Veronesi, è un 'fine intellettuale', ma soprattutto è riuscito a riportare al glorioso festival pucciniano, 'la mondanità che da tempo mancava'. Giusta osservazione.
Ma le scoperte maggiori e più eclatanti Veronesi le ha fatte nel campo della direzione d'orchestra.
Ha cominciato l'anno scorso con la giovanissima Beatrice Venezi (televisiva e pubblicitaria, che non guasta) - di bell'aspetto che mai e poi mai rinuncerebbe alla sua femminilità sul podio, e per questo dirige 'con abiti da gran sera' - forte dei successi guadagnati a capo della 'Nuova Orchestra Scarlatti' di Napoli e nelle uscite con orchestre della sua terra, la Lucchesia, e che ora, dopo Torre del Lago è pronta per il lancio internazionale, al quale ancora Veronesi sta lavorando.
E, sempre Veronesi, ha proseguito quest'anno con Jacopo Sipari di Pescasseroli, del quale sul suo sito ufficiale si leggono meraviglie: genio, giovane Muti. Veronesi non poteva farselo sfuggire. Anche lui ha una sua orchestra, intitolata a Marco Dall'Aquila, perché nel capoluogo abruzzese ha studiato e quell'orchestra ha fondato con un suo compagno di studi. Di recente ha deciso di utilizzare lorchestra per 'concerti istituzionali'. Veronesi lo ha pescato nelle feste diplomatiche o di club similrotariani, dove il 'nobile' direttore imperversa. Oltre naturalmente che in teatri di mezzo mondo, dell'Oriente e dell'Asia.
Comunque appuntatevi il suo nome, ne sentirete presto parlare ovunque. Veronesi ha fiuto è esperienza, non può essersi sbagliato.
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