Che in Italia le cose stanno cambiando davvero l'ha certificato qualche giorno fa anche la lunga intervista di Travaglio a Giuseppe Conte. Un giornalista che di feroce aveva solo la faccia, in ginocchio ai piedi del premier Conte che è, di fatto, il vice di Di Maio e Salvini. le domande sembravano tutte cattive, anzi una più cattiva dell'altra, però quando il presidente Conte rispondeva con una boutade, il giornalista cambiava argomento, per non far ridere anche tutti gli italiani che avrebbero letto quella intervista.
Come va con il governo e con le forze politiche che lo sorreggono - chiedeva Travaglio, e c'è unità di intenti fra i ministri? Certo - rispondeva Conte. Io non li faccio parlare fra di loro perchè non sono d'accordo quasi su nulla. Io sento i miei due premier e poi, in base a quello che mi ordinano di fare, chiamo Tria e riferisco, e così potremo andare avanti per anni. Farli parlare direttamente fra loro è impossibile, che vuole direttore, appartengono a generazioni differenti.
Come è andata la storia dell'attracco della nave, mentre Lei era al G7 o G8 , fa lo stesso? E' dovuto intervenire Mattarella che le ha ordinato - pure lui ordina al povero premier - di far attraccare la nave. No, corregge Conte. Le cose sono andate diversamente: sarei intervenuto anche prima, senza Mattarella, ma noi capi di Stato che partecipavamo a quella riunione, eravamo di fatto isolati dal mondo, tutti i nostri telefoni erano isolati. Travaglio crede alla congiura della tecnologia. Insomma Conte ci ha fatto sapere che in quelle ore sarebbe potuta scoppiare la terza guerra mondiale e loro stavano tranquilli a discutere del 'trattato di Dublino' ... e potremmo continuare ancora a illustrare l'intervista 'del secolo'. Ma ci fermiamo qui per non togliervi il piacere della scoperta. Leggetela.
Intanto per annotare i tanti cambiamenti arrivati con il nuovo governo, val la pena ricordare che nel mese di maggio, alcuni grandi investitori esteri hanno mollato una trentina di miliardi di 'azioni' del nostro governo - che poi sarebbero le azioni del debito pubblico; e ancora che nel nominare i quattro membri del Cda Rai i due partiti della maggioranza, da buoni fratellini, hanno fatto: due a me e due a te; che per le cariche apicali dell Rai, presidenza e direzione generale, una ciascuna; che nelle nomine relative al Ministero retto da Tria (che avrebbe minacciato le dimissioni), Salvini ha ceduto su CDP e segreteria generale del ministero, ma ha preteso per se Ferrovie ed altro , da decidersi al prossimo Consiglio dei ministri.
Sono definitivamente finiti i continui litigi per le nomine: questa a me e questa a te e all'Italia? il gesto dell'ombrello.
Mentre tiene duro ancora Boeri che non ha per ora intenzione di dimettersi e che a Di Maio ha detto apertamente che vive in un altro mondo, dove i numeri possono essere letti a discrezione di chi li legge, mentre i due premier, ff di vice , gridano :dimissioni!
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