L'Orchestra Nazionale dei
Conservatori (ONC) nata come Associazione nel 2008 per volontà della
direzione generale AFAM del Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca, è’ gestita da due comitati:
quello direttivo che ha come presidente il prof. Antonio Oggiano,
segretario generale il dott. Roberto Morese e membri del consiglio il
dott. Giorgio Bruno Civello ed i direttori Angelo Anastasi, Bruno
Carioti e Paolo Manzo; e quello artistico, presieduto dal direttore
Cosimo Leonardo Colazzo e composto dai direttori Lea Pavarini, Maria
Luisa Pacciani, Enrico Perigozzo e Gianpaolo Schiavo. L’obiettivo
iniziale di questa associazione era quello di realizzare un percorso
di alta formazione orchestrale per i giovani, selezionando i migliori
strumentisti di tutti i Conservatori italiani per la costituenda ONC,
con audizioni biennali per un organico di circa 60 elementi. I
candidati devono essere presentati dai Conservatori di appartenenza,
senza limiti per il numero di candidati di ogni Conservatorio. Ma, va
subito detto, che non vi è un filtro iniziale, perchè i candidati
sono segnalati direttamente dagli insegnanti , e l’Istituzione non
li sottopone ad un esame interno o ad una prova di idoneità. In base
alle domande pervenute, il MIUR predispone un piano di audizioni,
davanti a commissioni composte da musicisti provenienti da diverse
orchestre italiane. Il programma dell’audizione prevede
l’esecuzione del primo tempo di un concerto o di un brano solistico
a scelta del candidato (ma si ha la facoltà di presentare, in
alternativa, un programma libero, della durata di circa 15’);
lettura a prima vista e, infine, esecuzione di passi orchestrali
scelti dalla commissione. A seguito del giudizio della commissione,
vengono predisposte graduatorie comunicate ai Conservatori di
provenienza dei candidati.
I diversi concerti cui
l’ONC partecipa vengono gestiti , a rotazione, dai Conservatori i
cui direttori sono soci fondatori dell’Associazione. Di volta in
volta viene designato un responsabile - meglio sarebbe che i
responsabili fossero più d’uno - cui sono demandati tutti gli
oneri pratici: distribuzione parti, rimborsi, convocazioni,
collocazioni Tutte le operazioni si svolgono nel minor tempo
possibile, per ragioni di budget; spesso non ci sono sufficienti
prove, a sezioni o con l’orchestra al completo; e, di conseguenza,
nei pochi giorni di prova precedenti il concerto, si lavora
praticamente da mattina a sera. Forse è solo per ragioni economiche
che questa giovane istituzione non ha avuto la possibilità di
centrare l’obiettivo prefissato di offrire una opportunità di
lavoro in orchestra ai migliori giovani strumentisti dei nostri
Conservatori Tutt’ora, dopo i primi quattro anni di attività,
ascoltando l’ONC si ha impressione di essere di fronte a numerosi
talenti, ma non ancora ad un’orchestra. Manca la continuità,
l’affiatamento, la possibilità di lavorare bene insieme, manca una
sede, e manca, soprattutto, una guida musicale stabile. L’Orchestra
Nazionale dei Conservatori ha avuto la fortuna di lavorare solo con
pochissimi direttori di nome ed esperienza, come Aprea o Bellugi.
Può un’attività
sporadica, qual è stata finora quella dell’ONC, dare ai giovani
l’esperienza orchestrale che si era loro promessa? Possono bastare,
come è accaduto finora, pochi appuntamenti a formare un’orchestra
degna di tale nome? Sulla bravura dei componenti l’orchestra non si
discute; ma forse su tale bravura si punta anche troppo, come quando
si eccede con programmi impegnativi. Si ha l’impressione che, anche
per sopperire a carenze organizzative, si punti sull’unica cosa che
brilla comunque di luce propria: la bravura dei singoli strumentisti.
E' evidente che c’è
bisogno di molto di più per dare un seguito all’Orchestra. C’è
bisogno di sforzi concreti da parte della dirigenza dell’orchestra
per far sì che i concerti diventino appuntamenti regolari e più
fitti; per offrire ai ragazzi la possibilità di lavorare insieme per
un periodo non tanto breve, preparare un “prodotto” valido da
offrire alle istituzioni musicali, in previsione di un numero più
consistente di appuntamenti. C’è bisogno, sulla base
dell’esperienza acquisita in questi quattro anni di attività, di
un comitato di gestione più capace ed attivo. Anche sulla eccessiva
turnazione occorre riflettere, per evitare di dover ogni volta
cominciare da capo.
E’ necessario dotare
l’Orchestra di una sede stabile, come anche e prima di tutto di una
guida altrettanto stabile; e di favorire collaborazioni di eccellenti
strumentisti . Questa sarebbe ‘alta formazione’, in grado di
offrire all’ONC una vera e propria “scuola d’orchestra”, con
conseguenti risultati musicali tangibili. E, quanto all’ alta
formazione, fanno riflettere i dati sulla provenienza degli
strumentisti che hanno fatto parte dell’organico dell’ONC, dalla
sua costituzione ad oggi.
Nella prima formazione
(2008) erano presenti studenti provenienti da 30 tra conservatori ed
istituti musicali pareggiati (Alessandria, L’Aquila, Bologna,
Campobasso, Cesena, Como, Cosenza, Cremona, Cuneo ,Ferrara, Firenze,
Genova, Lecce, Livorno, Mantova, Matera, Messina, Monopoli, Novara,
Parma, Pescara, Piacenza, Potenza, Sassari, Teramo, Torino, Trapani,
Trento, Trieste ed Udine). Nell’ultima formazione ( 2012) i
Conservatori di provenienza erano invece 36 (Ancona, Bari, Bologna,
Cagliari, Campobasso, Cesena, Como, Cosenza, Fermo, Ferrara, Firenze,
Foggia, Frosinone, Lecce, Matera, Messina, Milano, Modena, Monopoli,
Napoli, Novara, Parma, Perugia, Pescara, Potenza, Reggio Calabria,
Roma, Rovigo, Sassari, Trento, Trieste, Udine, Verona, Vibo Valentia
e Vicenza). Su 75 istituzioni per l’istruzione musicale presenti
sul territorio nazionale, succursali escluse, hanno partecipato negli
anni all’ONC poco più di 40. C’è qualche grande assente fra i
Conservatori italiani; ed alcuni compaiono di rado. Domandiamoci il
perché anche di questo..@
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